La Nuova Sardegna

Fuoco nel centro d’accoglienza «No ai profughi». «Nessuno stop»

Intimidazione nella struttura Il Seme, destinata al reinserimento di disabili e a giovani disoccupati Il presidente Comina: «Ospiteremo anche 15 minori non accompagnati, il progetto va avanti»

07 maggio 2017
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BONARCADO. «Andiamo avanti, nonostante il brutto episodio di venerdì. In quella struttura sorgerà un centro destinato ai giovani con un laboratorio integrato di progettazione sociale che è cosa ben diversa da un centro di prima accoglienza». Antonello Comina è il presidente de Il Seme, che assieme all’azienda Columbargia ha rilevato i bungalow di Su Lare, dove qualcuno nei giorni scorsi ha appiccato il fuoco.

L’intimidazione. I danni sono limitati, giusto qualche vetrata, alcune pareti e pavimenti anneriti dal fumo. Ma su quell’episodio che ha il sapore dell’intimidazione, adesso stanno indagando Carabinieri e Polizia. Una brutta pagina per Bonarcado, se si pensa che tutto è iniziato il primo maggio, festa del lavoro che nel paese coincide con il pellegrinaggio religioso che porta ogni anno migliaia di fedeli che a piedi partono da Oristano per raggiungere il santuario del paese che si trova proprio sotto Su Lare. Alla processione, guidata dall’arcivescovo, c’erano anche alcuni componenti del Il Seme, che dopo il momento di preghiera, erano andati con un gruppo di volontari a ripulire dalle sterpaglie la struttura appena rilevata. È stato sufficiente che qualcuno notasse che fra i volontari c’era anche qualche persona di colore, per scatenare sospetti e paure concretizzati da un filmato (ieri rimosso dall’autore ndr) e un post su Facebook «Bonarcado, appena arrivate le nuove risorse...per ora sono in 15 ma ne sono previsti 60. In un paese di 1500 persone sono troppi!!! Il numero di persone non rispetta le leggi sull’immigrazione. E voi, li volete?» Questo il messaggio pubblicato dall’autore del filmato e visualizzato da 5mila persone. Un allarme che non ha nulla di vero.

Il progetto. Su Lare, 30 bungalow e una struttura centrale, costruiti una trentina di anni fa con i fondi della Legge regionale 28 sull’occupazione, era sorto per ospitare un centro benessere. Non ebbe fortuna. Messo all’asta, venne acquistato da imprenditori oristanesi, che a loro volta non riuscirono a far ripartire la struttura. I nuovi proprietari, appunto la cooperativa Il Seme e l’azienda Columbargia, hanno deciso di farci una struttura per l’agricoltura sociale, destinata soprattutto, al reinserimento di disabili e per i giovani disoccupati del posto. «Un progetto del quale avevamo appena iniziato a parlare – racconta Comina – venerdì, ad esempio, eravamo a Bonarcado per incontrare il sindaco. Poi la brutta sorpresa, l’atto intimidatorio che ci ha spiazzati ma non scoraggiati». Il progetto, ancora in embrione, prevede la nascita di una realtà complessa, fatta di laboratori-incubatori di imprese, dove saranno gli imprenditori agricoli di Bonarcado a svolgereil ruolo di tutor.

I migranti. «Il coinvolgimento delle imprese agricole locali è alla base del progetto che stavamo iniziando a condividere con l’amministrazione comunale. Abbiamo intenzione – spiega infatti Antonello Comina – di utilizzare le risorse sull’agricoltura sociale che la Regione sta mettendo a disposizione attraverso specifici bandi, creando otto posti di lavoro. Per gli immigrati pensavamo di destinare il 20 per cento dell’intero progetto, realizzando una struttura per 15 minori non accompagnati, che sono il numero massimo previsto per legge – precisa – ben lontani dalle cifre che qualcuno ha ipotizzato senza averci mai neppure consultati. Se il progetto andrà in porto, opereremo con la Fish, la Federazione che si occupa di superamento delle disabilità per il reinserimento lavorativo di disabili locali. Nei prossimi giorni - conclude – presenteremo il progetto in un incontro pubblico».

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