La Nuova Sardegna

donna indagata per calunnia

Denuncia per stupro ma la stalker era lei

di Mauro Lissia
Denuncia per stupro ma la stalker era lei

CAGLIARI. Una sequenza ininterrotta di denunce ai carabinieri per raccontare che il suo uomo l’aveva stuprata, minacciata con una pistola puntata sulla faccia, che pretendeva continuamente denaro in...

05 maggio 2017
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CAGLIARI. Una sequenza ininterrotta di denunce ai carabinieri per raccontare che il suo uomo l’aveva stuprata, minacciata con una pistola puntata sulla faccia, che pretendeva continuamente denaro in prestito, che la seguiva, l’aggrediva, che una volta chiuso il rapporto sentimentale la sua vita era diventata un inferno. Alle denunce seguono indagini e quando lui, una guardia giurata, è ormai alle porte del carcere si scopre che la vicenda dev’essere riscritta e ribaltata: lo stalker non è l’uomo ma la donna, secondo una trama da “Attrazione fatale” è lei che ha scoperto la bugia originaria – lui è sposato – e da quel momento ha cercato ogni via per vendicarsi, alternando querele a riappacificazioni, racconti dettagliati a imbarazzanti ritrattazioni. Il finale è inevitabile: la Procura chiede l’archiviazione dell’inchiesta aperta sulla spinta delle denunce, la difesa della donna si oppone ma il gip Cristina Ornano conferma quanto i rapporti dei carabinieri avevano ormai chiarito: nessuno stalking, nessuna minaccia di morte, gli episodi riferiti da M.G.P non sono credibili, non hanno riscontro, non sono mai avvenuti. Risultato: archiviazione definitiva.

L’appendice della storia è un procedimento per calunnia reale, che la Procura ha aperto nei confronti della vittima-non più vittima di una storia decisamente alternativa a quelle, realmente drammatiche, che hanno riguardato le donne negli ultimi anni. Qui, se il giudice Ornano ha colto nel segno, sembra che una donna di Elmas abbia voluto cavalcare l’onda dell’indignazione generale per vendicarsi di un uomo che l’aveva ingannata. Sfruttando come ritorsione le norme severe che puniscono mariti, fidanzati e amanti avvezzi alla violenza.

I dettagli di questa storia, riportati con rigore nel provvedimento del giudice, aiutano a capire quanto può essere sottile il confine tra verità e invenzione. Il primo atto risale ad agosto 2015, quando lei denuncia uno stupro seguito a una minaccia con la pistola: i referti dell’ospedale non confermano. Seguono altre querele, ma i carabinieri vedono M.G.P scambiarsi effusioni col fidanzato-stalker. Segue una ritrattazione, poi ancora denunce di minacce, all’interno del supermercato dove l’uomo presta servizio. Stranamente lei va sempre a quell’Eurospin per fare la spesa e puntualmente lo trova. Una serie di fatti che per il gip «hanno lasciato trasparire che fosse la donna ad avere atteggiamenti persecutori nei confronti della guardia giurata». Insomma, una vendetta progettata e realizzata, ma fallita fino al punto da pagare un prezzo altissimo.

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