La Nuova Sardegna

Panadas e musica dal vivo si pagano così

Panadas e musica dal vivo si pagano così

La rete conquista ogni giorno nuovi iscritti e favorisce la promozione di prodotti di nicchia

03 maggio 2017
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SASSARI. Dietro le transazioni elettroniche in Sardex, c’è molto di più di semplici numeri. Scorrono i volti e le vite di imprenditori e artigiani che dopo essere entrati nel circuito consolidano il loro business, oppure quelli che sono riusciti a scongiurare il fallimento. Agricoltori, dentisti, ristoratori, gastronomie, liberi professionisti, band musicali, squadre di calcio: nella galassia Sardex si trova un po’ di tutto. Presi uno per uno sarebbero puntini invisibili, ma facendo rete hanno scoperto sinergie che senza la moneta alternativa made in Serramanna non avrebbero mai costruito. Prendiamo Giuseppe Fadda, per esempio, che a Sassari gestisce la catena di fast food Tie Break. Lui grazie al Sardex ha fatto 400 transazioni in meno di dodici mesi, più di una al giorno. Nei suoi locali si servono panadas in tutte le salse, oltre ad altre pietanze. «Quando siamo partiti non avevo intenzione di vendere panadas – spiega l’imprenditore – poi però si sono presentate due ragazze che le producono e abbiamo cambiato idea». Le altre due sono Valentina e Martina Meloni (a sinistra e a destra nella foto), che con mamma Laura Achenza gestiscono il pastificio Sa Panada, a Oschiri. E anche loro usano Sardex. Ma oltre che rifornire i clienti, si sono inventate la panada street food che, grazie a un accordo con terzi, viene venduta in maniera itinerante a bordo di un’apixedda adeguatamente modificata. E così capita che il ristoratore che acquista in Sardex, non solo libera liquidità in euro che può utilizzare come meglio crede, ma scopre prodotti locali che non aveva pensato di offrire ai suoi clienti. E quindi a guadagnarci è anche il consumatore, che scopre prodotti sardi di nicchia, oltre che di qualità. Tra le partite iva del circuito sardo ci sono anche i Train To Roots (nella foto), la prima band musicale a usare i Sardex. Questo perché si tratta di un’associazione che mette a disposizione una vasta gamma di servizi: concerti, spettacoli, eventi, produzioni, spot per le aziende e corsi per imparare a suonare uno strumento. Pare che il Sardex piaccia molto anche alle api, soprattutto a San Sperate, dove un gruppo di 18 apicoltori riuniti nella coop Apistica Mediterranea hanno aderito al network. E le vendite di miele e pappa reale si sono subito impennate. Ma loro sono famosi anche per le birre artigianali. Una in particolare, ottenuta con miele e pesche di San Sperate con etichette realizzate da Pinuccio Sciola. (s.s.)

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