La Nuova Sardegna

Un primo maggio di preoccupazione

di Antonello Palmas
Un primo maggio di preoccupazione

Il segretario Cgil Carrus incalza la Regione: «Anche nell’ultima finanziaria mancano risorse adeguate. Subito il piano»

30 aprile 2017
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SASSARI. In un’area fortemente depressa sotto il profilo occupazionale come la Sardegna la ricorrenza del Primo Maggio è più che in altre realtà occasione di riflessione su quanto dovrebbe essere fatto per fermare la caduta libera. Con i tassi di disoccupazione alle stelle e il disagio di migliaia di persone che hanno perso il lavoro e persino la speranza di ritrovarlo, il segretario della Cgil sarda Michele Carrus non ha parole tenere nei confronti della Regione, cui chiede un piano del lavoro per contrastare l’emergenza. «Occorre restituire centralità al lavoro, sbloccare le misure di politica attiva, avviare un confronto per definire interventi prioritari e dar gambe alle riforme – afferma rivolgendosi alla Giunta regionale Carrus, che domani sarà a Villacidro per partecipare all'iniziativa organizzata dalla Camera del lavoro– . Mancano meno di due anni alla fine della legislatura, occorre più chiarezza e concretezza, anche nel dialogo con le parti sociali, che può dare i suoi frutti quando è assunto come metodo sistematico e non come fastidio».

Da parte del sindacato giunge alla politica sarda un invito ad affrontare i temi cruciali per il futuro dell'isola: rilancio industriale, trasporti, infrastrutture, progetti di sviluppo locale, accelerazione investimenti, fino alle riforme che «anche se apprezzabili, non camminano perché non sono state costruite con la condivisione di chi è parte in causa».

Carrus rileva come «anche nell'ultima finanziaria regionale, approvata di nuovo in ritardo, non vi siano risorse adeguate a sostegno di programmi efficaci sul tema del lavoro che non c'è». Se da una parte la Cgil ha motivi di soddisfazione per festeggiare il Primo Maggio (abrogazione dei voucher e ripristino della responsabilità solidale negli appalti), dall'altra sollecita chi governa a rimettere il tema lavoro al primo punto dell'azione politica: «Il piano del lavoro che noi rivendichiamo – dice Carrus – prevede interventi integrati che concentrino le risorse in particolare su alcuni settori, quelli innovativi, alcune aree, quelle più depresse, e soprattutto sui giovani (le forze più creative e produttive) e sulle donne (ogni donna che lavora genera quasi un altro intero posto di lavoro nei servizi). E occorre poi accelerare gli investimenti pubblici, compresi quelli legati al Patto per la Sardegna, perché è evidente l'urgenza di dar corso ai progetti sulla metanizzazione e sulle infrastrutture, per favorire gli investimenti privati e creare nuova occupazione di cantiere» suggerendo la creazione di un'apposita task force di supporto progettuale e autorizzativo».

Carrus invita la Giunta a considerare le proposte raccolte sul territorio «magari mettendole in discussione in un confronto costruttivo, e interpreti anche i segnali di protesta e malcontento non come un ostacolo, ma come pungolo a fare meglio e di più».

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