La Nuova Sardegna

Intimidazione al sindaco nel giorno anti violenza

di Paolo Merlini
Intimidazione al sindaco nel giorno anti violenza

Finta bomba davanti al bar a poche ore dal Consiglio sull’allarme criminalità

29 aprile 2017
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INVIATO A SINISCOLA. Sarebbe dovuta essere una riunione di consiglio contro il clima di violenza degli ultimi mesi, quella che si è svolta ieri sera in municipio, come purtroppo accade in tanti paesi dell’isola sempre più di frequente. Si è trasformata in un’assemblea di solidarietà al sindaco Gian Luigi Farris, vittima a sua volta di una grave intimidazione proprio a poche dalla riunione. Un messaggio che non lascia spazio a dubbi, se non sulle assurde motivazioni di chi la notte tra giovedì e venerdì ha lasciato un singolare pacco dono davanti al bar del sindaco: un finto ordigno, per fortuna, dunque una bomba che non sarebbe mai potuta esplodere. Ma un gesto dal significato chiarissimo e lugubre, non solo per Farris e i suoi familiari, ma per l’intera comunità.

Non ci sono dubbi che gli autori dell’intimidazione volessero lanciare un messaggio forte e inequivocabile. Sono entrati in azione tra la mezzanotte di giovedì e le 4 del mattino di venerdì. Non in un viottolo scarsamente illuminato del paese, ma nella centrale via De Gasperi, una delle strade commerciali di Siniscola. E lo hanno fatto in modo sfrontato, prendendo di mira un locale che dista appena trenta metri dalla caserma della Polizia stradale, che si trova poco più avanti nell’altro lato della strada.

Sveglia mattutina. Gianluigi Farris, come ogni mattina alle 4, ieri è andato ad aprire il bar che gestisce insieme con i familiari. Lo fa da anni, ma da quando, nel giugno dello scorso anno, è stato eletto sindaco di Siniscola, si limita a tirar su le serrande, accendere le luci e avviare il bar in attesa che la moglie, qualche ora più tardi, prenda le redini dell’attività. Poi il sindaco dalle 3200 preferenze (ha ottenuto il 47,50 per cento alle elezioni del giugno 2016) si dirige verso il suo ufficio al secondo piano del municipio, a cercare di sbrogliare una matassa amministrativa che giorno dopo giorno è sempre più aggrovigliata.

Una routine nota a tutti, in paese, ed è proprio su questo che hanno contato gli autori dell’intimidazione, che evidentemente aveva studiato alla perfezione i movimenti di Farris. Per sistemare il finto ordigno all’ingresso del bar avevano infatti le quattro ore della notte tra l’ultima visita della vigilanza privata, attorno alla mezzanotte, e la levataccia mattutina del primo cittadino. Sono stati doppiamente sfrontati, i malviventi, perché la prima cosa che balza agli occhi all’interno del “Teo bar caffetteria” è un grande schermo Lcd dove appaiono le immagini in diretta di ben quattro telecamere: tre nelle varie sale del bar e una all’esterno. Restano in funzione notte e giorno, come confermano i familiari del sindaco.

L’allarme. I malviventi dunque lo sapevano benissimo, ma nonostante ciò hanno agito sfrontatamente. «Appena arrivato all’ingresso del bar – racconterà poi Farris – ho notato una piccola borsa frigo dalla quale fuoriuscivano due cavi. Ho capito subito di cosa di trattava e ho avvisato le forze dell’ordine». I primi ad arrivare sul posto sono stati i carabinieri. Dopo un primo esame, gli artificieri hanno confermato che l’ordigno era finto, ma che i detonatori erano assolutamente veri. Come a dire, possiamo farlo davvero, caro sindaco, questo è solo un messaggio. Gli investigatori hanno sequestrato i filmati della notte e hanno cominciato ad esaminarli, mettendoli in relazione con quelli delle altre telecamere di via De Gasperi. Difficile capire se da questo esame ci sarà una svolta delle indagini: secondo prime indiscrezioni si noterebbero chiaramente le sagome di due persone all’opera davanti al bar, ma con il volto coperto da passamontagna. Il vero problema, poi, sarà scoprire il mandante.

I precedenti. Per gli investigatori sarà certo più complicato inserire l’intimidazione nel clima di violenza e, a questo punto, di paura che aleggia su Siniscola. Negli ultimi mesi ci sono stati numerosi attentati: auto incendiate in centro città, aziende agricole devastate dal fuoco nelle campagne, animali uccisi. Poi le fucilate contro la casa di un geometra comunale, un escavatore in fiamme. E lettere di minacce: come quella ricevuta proprio dal sindaco Farris pochi mesi fa, sul cui contenuto indagano le forze dell’ordine.

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