La Nuova Sardegna

Colpi ai blindati: serve una perizia

Cinque a giudizio, sentita una testimone. Il processo principale si farà a Sassari

28 aprile 2017
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CAGLIARI. Serve un esame approfondito delle conversazioni telefoniche intercettate e sarà un perito a trascriverle perché giudice e difensori abbiano in mano elementi certi di discussione. Ed è con il conferimento dell’incarico che si è aperto il giudizio abbreviato per cinque dei presunti componenti della una banda specializzata in assalti ai portavalori, mentre gli altri 31 verranno processati col rito ordinario, non a Lanusei ma nell’aula bunker del carcere di Bancali, a Sassari. La ragione: l’organizzazione della sicurezza, trattandosi di personaggi considerati pericolosi. Ieri mattina sono comparsi davanti al gup Giovanni Massidda i cinque che hanno scelto l’abbreviato: Giovanni Francesco Bussu (60 anni) di Thiesi, Fabrizio Francesco Crisponi (36) di Nuoro, Vittorio Fogu (44) di Orune, Pietro Mereu (43) di Nuoro, Salvatore «Toreddu» Sanna (37) di Orune. Nel corso dell’udienza è stata sentita la testimonianza della moglie di Sanna, quindi il rinvio al 10 luglio quando saranno pronte le trascrizioni delle intercettazioni. Al centro dei due giudizi paralleli sono i presunti componenti e fiancheggiatori di quella che la Dda di Cagliari ritiene essere una delle bande più attive nelle rapine ai blindati nell'isola e non solo. A capo del sodalizio, secondo l'accusa, ci sarebbe stato Giovanni Olianas (51 anni) ex vicesindaco di Villagrande Strisaili. Le contestazioni più pesanti riguardano gli assalti a furgoni portavalori, supermercati, caveau di istituti di vigilanza, il tutto finalizzato a recuperare risorse per la gestione di un vasto traffico di droga. Tra i cinque a processo in abbreviato, un ruolo di primo piano sarebbe stato svolto da Salvatore Sanna: è accusato di essere tra gli organizzatori e promotori della banda insieme a Luca Arzu e Angelo Lostia, mentre ad altri sedici imputati viene contestata la partecipazione all'associazione a delinquere. Gli episodi contestati dal pm Danilo Tronci all'intera banda, anche se ogni imputato deve rispondere di singole contestazioni, vanno dall'ottobre 2013 al marzo 2016 e riguardano una sequenza di rapine e droga.

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