La Nuova Sardegna

OLBIA. Lui l’aveva detto in tempi non sospetti. «Vogliamo fare di Meridiana la più grande compagnia aerea d’Italia, la vera compagnia di bandiera» aveva promesso Akbar Al Baker, gran capo di Qatar Áirways, parlando a Firenze nel novembre del 2016. Cinque mesi dopo metterà in pratica quelle parole.

Con Alitalia che sta rischiando il commissariamento dopo il no al piano di rilancio pronunciato ieri dai suoi lavoratori, dopodomani Qatar Airways prenderà ufficialmente il 49% di Meridiana, nominerà il nuovo amministratore delegato e approverà il progetto industriale di salvezza e potenziamento, nome in codice “Project Sun New Business Plan 2018-2020”.

Convocati i cda. «Prenderemo Meridiana tra qualche giorno» ha detto Al Baker, parlando da Dubai e citato dall’agenzia Reuters. Non un annuncio: per giovedì sono convocati, a Olbia o a Milano, i consigli d’amministrazione di Meridiana e di Aqa Holding. La seconda società è la proprietaria della nuova Meridiana: il 51% è già dell’Aga Khan, da giovedì il 49% sarà di Qatar Airways.

Operazione da 3 miliardi. Quantificare l’operazione non è semplice, ma il piano - il Projet Sun - individua una crescita della flotta che fa ipotizzare quanto investiranno i due soci: quasi 3 miliardi di euro per comprare 25 nuovi aerei, tutti Boeing, modelli 767 (lungo raggio) e 737. Un numero destinato a crescere, perché proprio Al Baker - nel dicembre del 2016 - aveva detto che la nuova compagnia avrebbe avuto una flotta con 50 aerei, con l’acquisto di 10 aerei all’anno a partire dal 2018.

Da Dubai, Al Baker ha fatto sapere che la flotta sarà rinnovata a partire dal secondo semestre del 2018, evitando di fornire gli altri numeri. Sono quelli contenuti nel Project Sun, modificato l’ultima volta lo scorso marzo. Sono quelli che dovrà portare avanti il nuovo amministratore delegato della compagnia aerea di Olbia. Per Meridiana, è la salvezza. Per Qatar Airways, una straordinaria possibilità di crescita in Italia e in Europa.

Che cosa ci guadagna Meridiana. I dubbi sono pochi: a prescindere dalle colpe - per i dipendenti dei manager, per i manager del mercato -, Meridiana ha perso qualcosa come 700 milioni in otto anni, a partire dal 2008. Una situazione insostenibile, almeno per un normale proprietario. Non per l’Aga Khan che - per salvare se stesso, come dicevano i critici; per salvare l’azienda, come sostenevano i suoi difensori - ha sempre ripianato le perdite. Fino all’ultimo momento, fino all’accordo del giugno 2016.

Quello voluto dall’ex ministro dello Sviluppo Federica Guidi (che ha trovato come partner per l’Aga Khan proprio Qatar Airways, una delle migliori compagnie aeree al mondo), quello approvato - senza fare il referendum - dai sindacati nazionali Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Una scelta difficilissima, dolorosissima, allora: di mezzo c’erano 600 licenziamenti, la maggior parte dei quali fra gli assistenti di volo. Senza quell’intesa, l’Aga Khan avrebbe mollato.

Che cosa ci guadagna il Qatar. Nel caso di Qatar Airways, il business Meridiana è molto promettente. Al Baker non ha investito su Meridiana perché la compagnia è a Olbia e perché qui c’è la Costa Smeralda (in vendita) e, forse, chissà quando, l’ospedale Mater Olbia. No, il progetto - che pure prevede la Sardegna al centro, anche se ora andrà valutata la partecipazione alla nuova continuità territoriale - è di respiro nazionale, internazionale.

Qatar Airways, essendo asiatica, non può volare liberamente in Europa (né verso gli Usa, su cui Al Baker, amico di Trump, continuerà a puntare). Questo ostacolo lo rimuoverà proprio con Meridiana, che è italiana: potrà muoversi dove meglio crede, senza limitazioni, in tutta l’Ue. E potrà diventare, con Alitalia in crisi e in vera concorrenza con le temibili low cost padrone dei cieli, la compagnia di bandiera, leader nel trasporto dei turisti verso il Belpaese.

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