La Nuova Sardegna

Deiana (Anci): facciamo tutti la nostra parte

Deiana (Anci): facciamo tutti la nostra parte

L’invito del presidente dell’associazione che vede nei migranti un aiuto contro lo spopolamento

20 aprile 2017
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SASSARI. Sapeva che avrebbe fatto discutere, infatti i commenti – spesso sprezzanti, alcuni offensivi – non si sono fatti attendere. Lui guarda avanti e ribadisce il concetto: di fronte alle ondate di esseri umani che sbarcano nella nostra isola non ci si può tappare gli occhi. «Ciascuna comunità –poco o molto – dovrebbe fare la propria parte nel sistema di accoglienza dei migranti. Anche perché la loro presenza potrebbe aiutare a frenare il tristissimo fenomeno dello spopolamento delle piccole comunità», dice Emiliano Deiana. Sindaco di Bortigiadas e presidente dell’Anci, aveva già espresso la sua posizione prima di essere eletto alla guida dell’associazione dei Comuni. Deiana aveva fatto richiesta per aprire un centro Sprar nel centro gallurese, così come previsto dall’accordo Anci-governo sulla micro accoglienza diffusa. In un lungo post su Facebook, Deiana ribadisce il suo pensiero all’indomani del secondo sbarco del 2017 di migranti nell’isola. «Ho ricevuto molte telefonate da parte di sindaci e amministratori e diverse "sollecitazioni" a prendere posizione. Sarebbe facile e popolare dire: “basta, non vogliamo più nessuno” o "abbiamo già dato". Sarebbe altrettanto facile, "curando" una parte di opinione pubblica dire: "È tutto perfetto. Il sistema di accoglienza funziona a meraviglia". Ma sarebbe, davvero, far precedere le opinioni rispetto ai fatti». I fatti, secondo Deiana, dicono che «la salvezza in mare di persone che rischiano di morire è un compito che deve assolvere lo Stato possibilmente in accordo con l’Unione Europea», e che «troppo spesso le amministrazioni locali si sono viste aprire un centro d’accoglienza nei loro territori dalla mattina alla sera, una cosa inaccettabile». I fatti dicono anche che c’è «un’area grigia relativa all’accoglienza dei minori non accompagnati». Deiana spiega le richieste dei Comuni: «Numeri umani, politiche concordate, coordinamento per un sistema di accoglienza più giusto: questo l’obiettivo dell’accordo Anci-governo che prevede che i fondi siano gestiti direttamente dai Comuni». Poi l’invito da parte di Deiana: «Credo che l’accoglienza sia un dovere come lo è il salvamento a mare». E per dimenticare il passato «in cui l’accoglienza è stata spesso un puro business, ciascuna comunità dovrebbe fare la sua parte». Deiana ribadisce una necessità: «La certezza dei numeri per l’isola, che non possono essere superiori a quelli del 2016». Ottenuta questa garanzia, il presidente regionale dell’Anci suggerisce di evitare «la guerra tra poveri: fra chi è povero e risiede nelle nostre comunità e chi è povero e chiede accoglienza. Per questo – secondo Deiana – le risorse per le povertà (Reis e più), dovrebbero prevedere meccanismi di incentivazione per le comunità che si fanno carico dell’assistenza ai migranti», con fondi destinati a progetti che aiutino nel concreto “le povertà autoctone”». E poi l’aspetto che più di tutto il resto suscita reazioni forti. Deiana dice che il fenomeno migranti «se gestito bene può concorrere a frenare lo spopolamento, con intelligenza, cultura umanità e sensibilità. Sapendo tuttavia – conclude il presidente dell’Anci – che non può essere l’unica ricetta contro la desertificazione di questa terra». (si. sa.)

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