La Nuova Sardegna

Dalla verifica sui telefoni la verità sugli omicidi

Dalla verifica sui telefoni la verità sugli omicidi

Disposti nuovi accertamenti dopo la richiesta di rinvio a giudizio di Cubeddu L’obiettivo del gup è fare chiarezza sui contatti tra l’imputato e il teste Taras

20 aprile 2017
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NUORO. «... il pubblico ministero provveda ad acquisire, laddove possibile dato l’ampio decorso temporale, le mappe di copertura radioelettrica dei ponti ripetitori Vodafone e Wind illuminanti le zone di Ozieri, Nughedu San Nicolò e Pattada nell’arco temporale comprendente i giorni 7, 8 e 9 maggio 2015». Sono queste le parole che il gup Claudio Cozzella ha scritto sul provvedimento con il quale ha rinviato di sette giorni, a mercoledì 26 aprile, la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio per gli omicidi di Gianluca Monni, 18 anni, di Orune e la scomparsa di Stefano Masala, 30 anni di Nule. Il gup ha così accolto la richiesta degli avvocati Mattia Doneddu e Patrizio Rovelli, difensori di Alberto Cubeddu, 21 anni di Ozieri, accusato di avere sparato le tre fucilate mortali contro Gianluca Monni, e, in concorso con il cugino Paolo Pinna, 18 anni di Nule, già condannato a 20 anni in primo grado dal Tribunale di minori, del sequestro, omicidio e distruzione del cadavere di Stefano Masala.

La decisione del gup è orientata a sgombrare il campo da qualsiasi dubbio, garantendo i diritti della difesa, che più volte aveva fatto la richiesta al pm senza ottenere nulla, e allo stesso tempo arrivare alla decisione sul rinvio a giudizio. Ma la mappatura telefonica richiesta potrebbe anche diventare molto importante nell’ambito dell’inchiesta sui due delitti. Il controllo del percorso seguito dai telefoni cellulari di Alberto Cubeddu e Alessandro Taras, 40 anni, di Ozieri ( il supertestimone che ha incastrato Cubeddu con il suo racconto sull’incendio dell’auto di Masala nelle campagne di Pattada) potrebbe infatti riservare sorprese sui movimenti dei due la sera della scomparsa di Masala e anche quella seguente dopo l’omicidio di Monni a Orune. Per la difesa di Cubeddu è un elemento fondamentale, quasi decisivo. Bisognerà attendere fino a mercoledì per capire quanto.

Intanto, dall’inchiesta-madre è uscito l’imputato Antonio Zappareddu, 26 anni di Ozieri, arrestato per detenzioni di armi nel corso dell’operazione che il 25 maggio 2016 aveva portato all’arresto dei due cugini Pinna e Cubeddu per i due delitti. Scarcerato e riarrestato più volte, la sua posizione è stata definitivamente stralciata dal Gup, come richiesto dal suo difensore, l’avvocato Mattia Doneddu, ritenendo che la competenza sia del tribunale di Sassari. Così come da indagato è ora diventato persona offesa Piergiorgio Massaiu, 24 anni, di Buddusò, assistito dall’avvocato Gianluigi Mastio. Il giovane era stato inizialmente accusato di favoreggiamento personale perché era presente al momento della zuffa accaduta a Orune 14 dicembre 2014 tra un gruppo di giovani orunesi, tra i quali Gianluca Monni e alcuni ragazzi di Nule, tra cui Paolo Pinna e Stefano Masala, che è all’origine dei due delitti compiuti alcuni mesi dopo. (plp)

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