La Nuova Sardegna

Le maglie, le bici e i trofei: in mostra i cimeli del Giro

di Mario Frongia
Le maglie, le bici e i trofei: in mostra i cimeli del Giro

Parte da Cagliari l’esposizione itinerante che si sposterà a Olbia e ad Alghero

16 aprile 2017
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CAGLIARI. La bici di Ercole Baldini, con le garze sfilacciate sul manubrio e la sella logora, le maglie di Bernacchi, Magni, Mercks, Saronni e Indurain. Campioni senza tempo. Una mostra che lega storie di uomini, luoghi e passione. Da ieri, esposte nell'area partenze dell'aeroporto di Cagliari. La mostra rimane a Elmas fino a mercoledì. Quindi, il trasloco a Olbia. Poi, il mega box va ad Alghero dove il Giro debutta il 5 maggio. A meno 20 dal via, l'attesa cresce e regala emozioni. Da Alghero ad Arzachena, da San Pantaleo ad Olbia per la prima tappa. A seguire, il tragitto in Barbagia fino a Tortolì. Poi, i tornanti da urlo dell'Ogliastra, terzo e ultimo step per Cagliari. La corsa in rosa è in moto. La mostra. Cimeli e pezzi rari - messi a disposizione da Rcs e dal museo nazionale del ciclismo di Madonna del Ghisallo - sono un evento nell'evento. Lo scalo "Mario Mameli", di Elmas, crocevia di visitatori e turisti, ospita le icone di un mondo che incrocia fatica, sacrifici, lavoro: il dna dei sardi. Il conto alla rovescia conduce al 5 maggio, giorno del debutto della carovana con i più quotati atleti su due ruote del pianeta. Ora, tifosi e appassionati sono al fianco di Fabio Aru, messo ko da un ginocchio pestato da una caduta in allenamento e impegnato in un faticoso recupero. Un'altra storia di impatto e suspense. Ma il Giro rimane una gioia dello sport che unisce.

L’assessore. «La Regione vuole essere protagonista del centenario del Giro: in Sardegna ci sarà la partenza e le prime tre tappe attraverseranno tante città e paesi. Sarà una grande festa – dice Barbara Argiolas, assessore regionale al Turismo –. Ci prepariamo per presentarci nel migliore dei modi agli occhi del mondo, non solo come destinazione turistica balneare estiva ma come meta ideale per le attività outdoor e sportive durante l'anno. Per la destagionalizzazione il Giro ci dà una mano». Da qui, il ringraziamento della Giunta a sindaci, forze dell'ordine, prefetti e questori per «l'impegno e la sensibilità mostrata nell'aderire alle nostre iniziative». Barbara Argiolas taglia corto: «Il ciclismo è radicato nell'immaginario collettivo, dai nostri nonni alle nuove generazioni. Il Giro è ospite di una terra affettuosa e capace di cogliere l'attimo».

L’attesa. Allo scalo, e non solo, cresce la febbre della corsa in rosa: da ieri, migliaia di visitatori si sono fermati per la foto-simbolo con il Trofeo senza fine: l'elica in oro che riporta i nomi dei vincitori, è l'oggetto del desiderio. «Ospitiamo il Trofeo con orgoglio» dice Gabor Pinna, vice presidente di Sogaer, società di gestione dello scalo. E poi Alessio Grazietti, direttore generale dell'aeroporto: «I cento anni del giro raccontano uno sport ma anche la storia del nostro paese».

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