La Nuova Sardegna

Giovane e incappucciato caccia al killer in fuga

di Paolo Merlini
Giovane e incappucciato caccia al killer in fuga

L’omicidio della commerciante cinese: c’è un principale sospettato Il coltello ritrovato nel negozio: mortali due fendenti alla bocca e alla gola

12 aprile 2017
3 MINUTI DI LETTURA





INVIATO A BUDONI. Un uomo giovane, con una felpa verde chiaro e il cappuccio calato sul viso, è stato visto allontanarsi in tutta fretta poco distante dal negozio di Lu Xian Cha attorno alle 19 di lunedì, presumibilmente l’ora in cui la commerciante cinese è stata assassinata. Alto e di corporatura robusta, è il principale sospettato della rapina finita nel sangue nel negozio di abbigliamento di via Emilio Lussu.

Killer in fuga. A notarlo, una coppia di fidanzati in sella a uno scooter, che percorrevano la strada che porta sino alla marina di Budoni. Aveva una mano in tasca e cercava di nascondere il volto, hanno raccontato poi agli inquirenti i due ragazzi, i quali dopo la scoperta del delitto hanno messo in relazione il comportamento dell’uomo con la rapina finita nel sangue. Al momento è l’elemento più importante in mano ai carabinieri di Siniscola e del comando provinciale di Nuoro che conducono le indagini con il coordinamento del procuratore della Repubblica Andrea Garau.

L’arma. È stata trovata anche l’arma del delitto: un coltellaccio da cucina che l’assassino, prima di darsi alla fuga, ha nascosto sotto un bancone all’interno del negozio. Un’arma troppo ingombrante con cui darsi alla fuga, evidentemente, e soprattutto ancora sporca del sangue della vittima, alla quale sono state inferte più di dieci coltellate con violenza inaudita. Due in particolare quelle risultate mortali: una ha raggiunto la gola, squarciandola, l’altra ha tagliato orizzontalmente la bocca della giovane donna da una parte all’altra.

Messaggio mafioso? Una circostanza, quest’ultima, che in un primo tempo ha fatto pensare a un singolare rituale, un messaggio mafioso insomma, che con il passaparola ha poi alimentato la voce popolare di una vendetta, se non proprio un regolamento di conti, maturata all’interno della vasta comunità cinese che si è stabilita in Sardegna. Circostanza smentita indirettamente dagli inquirenti: il sospettato, chiariscono, ha fattezze e corporatura che nulla hanno a che fare con la media dei cinesi. Insomma, non è né basso né magro, e non è orientale. Di più al momento non è dato sapere, ma è probabile che i due giovani che hanno incrociato il sospettato numero uno siano riusciti a fornire elementi utili a definirne l’aspetto, se non a tracciare un vero e proprio identikit.

Rapina finita nel sangue. Un altro particolare che ha alimentato la fantasia popolare nelle ore successive all’omicidio è la particolare ferocia dell’assassino, parsa come un accanimento verso la donna, motivato da ragioni che non fossero quelle di una rapina. E che dunque quest’ultima fosse una messinscena per coprire un delitto per vendetta, magari dettato da motivi passionali. Le prime risultanze delle indagini sembrano smentire questa ipotesi: probabilmente l’uomo è rimasto spiazzato dalla reazione della commerciante, che ha lottato per evitare la rapina di qualche centinaio di euro. Anche a costo della vita, evidentemente, perché la sua opposizione avrebbe scatenato la furia omicida di chi le stava davanti. Potrebbe trattarsi di un uomo disperato, forse un tossicodipendente, convinto che sarebbe bastata la minaccia di un coltello per mettere a segno la rapina, e non una più “tradizionale” pistola. Anche il fatto che si sia allontanato a piedi farebbe pensare a un colpo improvvisato.

Le telecamere. Il coltello viene esaminato dai carabinieri alla ricerca di impronte digitali che possano identificare l’assassino. Un altro elemento utile saranno le registrazioni delle videocamere che si affacciano su via Lussu: il problema è che si trovano all’altro lato della strada, il negozio della donna non ne era provvisto. Circostanza forse nota al rapinatore-omicida.

(ha collaborato Sergio Secci)

In Primo Piano
La nota

Sanità, l’assessore richiama le Asl: «Tutte le nomine sono bloccate»

Le nostre iniziative