La Nuova Sardegna

Cassazione: truffe on line, c’è l’aggravante

La sentenza dopo una segnalazione della procura di Sassari: «Il web avvantaggia chi raggira»

11 aprile 2017
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SASSARI. Le truffe on line sono sempre aggravate: chi compra anticipa il pagamento senza aver visionato la merce. Una situazione che lo mette in condizione di «minorata difesa» nei confronti del venditore che vuole dargli una fregatura protetto anche dalla lontananza dal cliente. Lo sottolinea la Cassazione – aprendo così all’applicazione delle misure cautelari per chi truffa in Rete – e dando torto al tribunale e al gip di Sassari, che avevano rifiutato di considerare aggravata questa modalità di vendita perché ritenevano che il rischio era “consapevolmente corso da chi conclude affari sul web”.

La vicenda nasce da un 47enne che aveva venduto on line due pc e un iPad a prezzi convenienti consegnando poi apparecchi differenti che erano stati pagati con un bonifico su un conto riconducibile al venditore. Secondo i magistrati sassaresi si trattava di una truffa semplice e non era possibile far scattare le misure di prevenzione a carico del venditore, come l'arresto o il sequestro dei beni per “risarcire i truffati”. Per i giudici di Sassari “i siti internet di scambi commerciali costituiscono il mezzo attraverso il quale le parti che vogliono concludere un affare si cercano e si trovano. Chi conclude l’acquisto ne accetta i rischi e rinuncia a visionare il bene affidandosi alla buona fede dell’interlocutore. Una modalità di vendita che non pone l’acquirente in una condizione di minorata difesa perché la distanza accomuna le parti».

Una tesi che non ha convinto il procuratore di Sassari che si è rivolto alla Suprema Corte che, dopo aver considerato che è impossibile intendere “in senso fisico” il circuito di Internet che è una “realtà virtuale e smaterializzata”, considera come luogo fisico di commissione della truffa on line “il luogo in cui si trova” il truffatore “al momento del conseguimento del profitto, caratterizzato per la peculiarità della transazione dalla distanza fisica rispetto a quello in cui si trova l'acquirente”. Proprio l’oggettività della distanza dall’acquirente, che in genere ha pagato anticipatamente, “è – per la Cassazione – l’elemento che pone l’autore della truffa in una posizione di forza e di favore rispetto alla vittima, consentendogli di schermare la sua identità, di non sottoporre il prodotto venduto a controlli preventivi dell’acquirente e di sottrarsi comodamente alle conseguenze». Vantaggi che il delinquente telematico “non potrebbe sfruttare a suo favore, con altrettanta facilità, se la vendita avvenisse di persona”. Con la sentenza 17937 depositata ieri dalla Sesta sezione penale, la Suprema Corte ha accolto il ricorso della Procura di Sassari contro il no alle misure cautelari.

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