La Nuova Sardegna

il plenum del csm ha deciso dopo 15 mesi

Una donna a capo della Dda sarda Pelagatti votata tra le polemiche

di Mauro Lissia
Una donna a capo della Dda sarda Pelagatti votata tra le polemiche

CAGLIARI. Dopo quasi quindici mesi di battaglia durissima fra le correnti della magistratura, la Procura della Repubblica di Cagliari e la Direzione distrettuale antimafia della Sardegna hanno il...

06 aprile 2017
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CAGLIARI. Dopo quasi quindici mesi di battaglia durissima fra le correnti della magistratura, la Procura della Repubblica di Cagliari e la Direzione distrettuale antimafia della Sardegna hanno il nuovo capo: è Maria Alessandra Pelagatti, che dal suo ufficio di sostituto procuratore generale sale a quello lasciato da Mauro Mura alla fine di dicembre del 2016. Al culmine di una sequenza infinita di rinvii, la Pelagatti è stata votata da tredici componenti del Plenum del Csm, due si sono astenuti e tre hanno votato contro la sua nomina. Ancora ieri, al travagliatissimo appuntamento con le urne, il Csm ha dovuto respingere con 17 voti contrari la proposta B, relatore il membro sardo Luca Forteleoni (Magistratura indipendente) che chiedeva di azzerare tutto e di rimettere a concorso la poltrona di Cagliari o di riaprire i termini per la domande. Un tentativo estremo di rimescolare le carte dopo la rinuncia non priva di venature polemiche di Andrea Garau, attuale procuratore capo a Nuoro e candidato delle correnti esterne ad Area (l’ex Magistratura democratica). Al di là della polemiche, l’arrivo di Alessandra Pelagatti al secondo piano del palazzo di giustizia cagliaritano è un evento inedito: per la prima volta sarà una donna a guidare la Procura della Repubblica, mentre è attesa a breve la nomina di Gemma Cucca, oggi presidente del tribunale di Tempio Pausania, a primo presidente del Distretto sardo di Corte d’Appello. Formalizzata quella, due posti di vertice su tre della magistratura isolana saranno appannaggio delle donne, mentre il terzo - la Procura generale - resta per ora saldamente nelle mani di Roberto Saieva.

Rimane ora da chiarire la posizione degli altri due candidati sardi Andrea Garau e Gilberto Ganassi, esclusi dal voto finale per l’ormai nota vicenda di Nuoro, dove i loro nomi sono circolati su fronti contrapposti per finire all’attenzione del Csm in odore di incompatibilità. Garau sta per raggiungere gli otto anni di incarico direttivo alla Procura nuorese e dopo aver rifiutato l’anno scorso la poltrona più alta di Sassari dovrà scegliere tra un trasferimento ad altra sede – si parla di Milano, come procuratore aggiunto - e un’improbabile e immeritata “retrocessione” a sostituto. Ganassi, che oggi svolge le funzioni di Procuratore capo, potrebbe restare a Cagliari riprendendo il proprio ruolo di aggiunto.

«Si è finalmente conclusa una vicenda così complessa» e segnata «da molteplici anomalie, oggetto anche di esame in sede disciplinare» ha commentato il vice presidente del Csm Giovanni Legnini. Di segno opposto il commento del gruppo dei consiglieri del Csm che fa capo a Forteleoni, impegnato nel tentativo di fermare la nomina della Pelagatti: dopo aver parlato di «pagina buia» per il Csm hanno dichiarato polemicamente all’Ansa che «per la prima volta passa il principio che per fare il procuratore non occorre fare il sostituto». Il riferimento era per gli incarichi fin qui coperti dalla nuova dirigente: per oltre vent'anni giudice penale e della sezione lavoro, prima a Oristano e poi a Cagliari, Alessandra Pelagatti, 63 anni e originaria di Gonnesa, ha fatto anche parte della Corte d'Assise ma non ha mai lavorato nelle procure. Non è la prima volta che capita, il precedente più illustre è quello di Carlo Piana.

«Vado a guidare una Procura coesa che mi ha espresso in questi mesi stima e sostegno - sono state le prime parole ai giornalisti del nuovo procuratore capo, mentre riceveva le congratulazioni dei colleghi - certo, diciamo che questa nomina è stata un po’ tormentata, ma sono felice e consapevole della responsabilità dell'incarico che andrò a ricoprire».

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