La Nuova Sardegna

Le testimoni ora accusano De Andrè

di Angelo Mavuli
Le testimoni ora accusano De Andrè

Il cantante e la zuffa nel bar: «Strattonava la compagna e le dava calci». Lei ha 15 giorni di prognosi, non ha sporto denuncia

02 aprile 2017
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SANTA TERESA. «Quando i carabinieri sono entrati nel bar, hanno visto un ragazzo che stava addosso a Cristiano De And e stavano per intervenire con i manganelli. Quel ragazzo si stava difendendo perché De Andrè l’aveva preso per il collo». Inizia così il racconto di Jada Deroma, la donna di Santa Teresa che venerdì sera era al Central bar in piazza Vittorio Emanuele: «Ho visto tutto, Cristiano De Andrè ha picchiato la compagna, l’ha strattonata per i capelli e l’ha presa a calci. Una scena terribile», dice Jada.

Nessuna denuncia. La compagna del cantautore, Ottavia Pojaghi Bettoni, 22 anni, ha trascorso la notte in ospedale a Tempio, è stata sottoposta a una serie di esami radiografici e ieri mattina dimessa con una prognosi di 15 giorni di cure per trauma cervicale. La giovane, 22 anni, non ha sporto denuncia nei confronti del compagno. Nei confronti di De Andrè, per questo motivo, non ci sono procedimenti aperti da parte dei carabinieri che non avrebbero avuto conferme dell’episodio di violenza. «Ma io non sono stata sentita – dice Jada – e neppure la mia amica Vittoria Nicoli». Che conferma punto per punto il racconto di Jada. Entrambe si dicono pronte a ripetere la loro versione «in qualsiasi sede perché non è giusto che De Andrè dopo quello che ha fatto la passi liscia».

Il racconto. La storia inizia alle 21, quando Jada e Vittoria sentono delle grida provenire dal bar: «Ci siamo avvicinate, Cristiano De Andrè urlava «Odio le donne, sono un uomo che odia le donne, dovete morire tutte», insieme a una pioggia di parolacce e frasi offensive. Poi si è calmato. Un’ora dopo ha ricominciato a gridare e allora – dice Jada – sono tornata lì. E l’ho visto picchiare la compagna. Lei era stravolta, mi hanno riferito che la cosa andava avanti da un po’. Una signora è intervenuta, lui le ha dato uno spintone, allora lei gli ha tirato una sedia sulla testa. Io mi sono agitata, ho chiesto ad alcuni uomini presenti di fare qualcosa. Allora De Andrè mi ha guardata e ha detto con tono minaccioso “guarda che ti vedo, sei una sfigata, mi ricorderò di te”. Un ragazzo ha tentato di calmarlo, lui l’ha preso per il collo, è iniziata la colluttazione. Nel frattempo la compagna era seduta in disparte, piangeva disperata mentre qualcuno tentava di farle bere una camomilla. Poi l’hanno portata via, nel ristorante accanto».

L’arrivo dei carabinieri. «Quando sono arrivati De Andrè era a terra e aveva una piccola ferita alla testa. Per questo potrebbero avere pensato che fosse la vittima. Poi è arrivato il 118 – continua Jada – e io ho detto di pensare prima a soccorrere la ragazza. Era lei la vera vittima». «So che i carabinieri hanno parlato con lei – continua Vittoria – e avrebbe detto che non era successo nulla. Sono convinta che abbia paura. Sono rimasta molto colpita dal fatto che De Andrè sia tornato a casa sua a Portobello con la sua auto, accompagnato da un carabiniere perché lui non era in condizioni di guidare e scortato da una seconda macchina delle forze dell’ordine. Una scena quasi surreale – conclude Vittoria – dopo quanto accaduto. Vorrei che la verità venisse fuori. Per quella ragazza e per tutte le donne che subiscono violenza».

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