La Nuova Sardegna

Centri antiviolenza, fondi triplicati

Vittoria delle quattro consigliere Pinna e Forma (Pd), Busia (Cp) e Zedda (Fi)

31 marzo 2017
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CAGLIARI. Il primo finanziamento era scandaloso: appena 300mila euro per i Centri antiviolenza. C’è voluta la forza di volontà, caparbietà compresa, di quattro consigliere regionali, sono le uniche su sessanta, per triplicarlo. Sarà di 900nila. Nell’anno in cui c’è una donna uccisa ogni tre giorni e mezzo in Italia, e sono denunciati 161 casi di stalking, 63 violenze sessuali e 200 maltrattamenti alla settimana, sempre dati nazionali, «siamo riuscite a convincere i colleghi maschi che i primi soldi erano poco se non nulla». L’hanno detto, con passione e soddisfatte, Rossella Pinna e Daniela Forma del Pd, Anna Maria Busia per il Campo progressista e Alessandra Zedda di Forza Italia. Sono loro ad aver vinto in aula e fuori dal Palazzo. Tutte insieme, senza star dietro alle liti fra i partiti, hanno fatto fronte unico. Ma poi anche capaci di aggiungere, una dopo l’altra, con stile: «Dobbiamo però riconoscere che gli uomini non hanno fatto resistenza e le poste in bilancio sono state aumentate in fretta». Anzi, il Consiglio ha detto sì ad altri due finanziamenti importanti: 100mila euro per provare a redimere gli aguzzini e 100mila destinati al sostegno psicologico dei minori travolti anche loro dall’agghiacciante fenomeno del femminicidio. A cominciare dalle tre figlie minorenni di Federica Madau, uccisa un mese fa dal marito a Iglesias. «Sono ospitate in un centro di recupero per tossicodipendenti ed è assurdo», ha esclamato Anna Maria Busia. Con il pacchetto di finanziamenti extra, che le quattro consigliere arrivano a dire «abbiamo partorito insieme», ora sono convinte che «la Sardegna diventerà presto una delle regioni leader in questa fondamentale battaglia culturale e sociale». Rossella Pinna ha avanzato una richiesta in più: «Gli stanziamenti devono diventare fissi nelle prossime Finanziarie». È proprio questa la seconda battaglia che Alessandra Zedda e le altre consigliere vogliono portare avanti: «Dobbiamo incidere – ha detto – sulla prevenzione nelle scuole e dentro le famiglie». Per Daniela Forma con «i 900mila euro in Finanziaria e gli altrettanti soldi che arriveranno dal governo, amplieremo presto la rete dei Centri antiviolenza. Sono solo otto, il Sulcis è scoperto e poi i punti d’ascolto devono esserci anche nei piccoli Comuni, non solo nelle città». Perché è indispensabile – ha ribadito Anna Maria Busia «far emergere il sommerso, che è tanto, e far capire alle donne che c’è e ci sarà sempre qualcuno delle istituzioni capace di proteggerle». Carabinieri, polizia e giudici fanno da tempo la loro parte, anche se qualcosa va migliorato, ora spetta alla società cambiare: va educata. «Un passo alla volta – hanno detto le consigliere – e l’Aula uno l’ha fatto». Merito anche dei 56 «onorevoli maschi», va riconosciuto, che però devono scontare ancora un peccato capitale seppure non commesso da loro. Ma dal Consiglio che, nel 2013, bocciò la doppia preferenza di genere nella legge elettorale. È un altro scandalo, va cancellato in fretta.

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