La Nuova Sardegna

Fine vita, deputati sardi paladini della legge

di Alessandra Sallemi
Fine vita, deputati sardi paladini della legge

A Cagliari l’incontro dell’associazione Walter Piludu sulla norma di nuovo in discussione alla Camera

28 marzo 2017
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CAGLIARI. Oggi alla Camera torna la discussione dell’attesa legge sul fine vita, quella che esplicita le opzioni del consenso informato e introduce il Dat, le “disposizioni anticipate di trattamento”. Un tema che in Sardegna è stato dibattuto fino alla morte da uno straordinario protagonista, l’ex presidente della Provincia Walter Piludu, malato di sla, che aveva sollevato il problema della dignità del fine vita inviando lettere ai rappresentanti delle istituzioni ma che si era dovuto rivolgersi al Tribunale per ottenere ciò che la Costituzione già gli garantiva con l’articolo 32 dove si afferma che nessun trattamento sanitario può essere imposto. Se la legge fosse stata in vigore, Walter Piludu non avrebbe dovuto aspettare sei mesi per ottenere la cessazione dei trattamenti che lo tenevano in vita. Ieri, all’Hostel Marina, i familiari e gli amici fondatori dell’associazione Walter Piludu hanno invitato i parlamentari a esprimersi su come voteranno «perché il tema è ormai ineludibile», spiegava il giornalista Giancarlo Ghirra, presidente dell’associazione, che ha ricordato come in Italia ci siano almeno 3.200 persone in condizioni drammatiche. Nel prendere la parola la deputata Pd Paola Pinna ha annunciato che si contingenteranno i tempi della discussione in aula per evitare gli ostruzionismi: «Bisogna affrontare il tabù della morte, la decisione da prendere è sulla vita che va avanti solo con i macchinari e non vorrei che si ostacolasse la legge tirando in ballo l’eutanasia che invece non è prevista». Romina Mura, deputata Pd e sindaco di Sadali: «Io non ho verità assolute ma credo che il consenso informato e le disposizioni anticipate di trattamento debbano diventare legge, eutanasia e suicidio assistito non sono presi in considerazione». Pierpaolo Vargiu, gruppo Civici e Innovatori, dopo un caro ricordo di Piludu: «Io sono cattolico, voterò con serenità a favore di questa legge che non mi pone problemi di coscienza complessi ed è in linea con ciò che già oggi succede, si codifica il modo con cui la persona può esprimere la sua volontà in anticipo». Ghirra ha precisato che la legge «non comprende i casi in cui non basta interrompere i trattamenti». Francesco Sanna, Pd: «Il testo al voto è un buon testo, la disposizione anticipata di trattamento è una facoltà, non un obbligo, ed è revocabile». Invitato a parlare anche se la legge è in discussione alla Camera, così il senatore Luciano Uras (Cp): «Bisogna partire dalla sofferenza dei pazienti e dei familiari, quando arriverà al Senato io voterò questa legge, qualunque legge risolva anche parzialmente i problemi che poneva Walter quando parlava del diritto di lasciare la vita con rispetto per la vita stessa». L’ex presidente del Tribunale civile Gian Giacomo Pisotti ha avvertito che gli emendamenti previsti, più di 600, sono ripetitivi e bisogna vigilare perché alcuni introducono questioni che, se accolte, svuotano la legge, mentre questa «è una buona legge - ha detto - perché completa l’articolo 32 della Costituzione che riguarda la persona cosciente mentre non regola bene il caso della persona non cosciente».

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