La Nuova Sardegna

Dopo la guerriglia è l’ora delle polemiche

di Gianni Bazzoni
Dopo la guerriglia è l’ora delle polemiche

Il questore di Cagliari: provocazioni dai tifosi Torres. Lai: parole che colpiscono Inflitto un daspo di 5 anni al 29enne di Selargius arrestato dopo il raid

28 marzo 2017
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SASSARI. Arresto convalidato per Christian Canu, 29 anni di Selargius, Daspo valido 5 anni con obbligo di firma per tre. Il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Sassari ha anche disposto la misura cautelare dell’obbligo di dimora a Selargius con la prescrizione di non allontanarsi dalla sua abitazione nelle ore serali e notturne. È il primo provvedimento emesso - dal questore di Sassari Maurizio Ficarra (per quanto di competenza) e dall’autorità giudiziaria -; anticipa quella che sarà la linea da seguire per i gravi fatti di sabato anche nei confronti delle altre persone che sono state identificate a Sassari e, nella serata del 25, a Cagliari.

L’arresto. Il giovane - appartenente al gruppo degli “Sconvolts” era stato arrestato in flagranza di reato per gravi fatti di violenza e ha trascorso due giorni nelle camere di sicurezza della questura prima di comparire davanti al giudice. Ieri ha potuto fare ritorno a casa.

Esercito dimezzato. L’inchiesta, intanto, va avanti. E nei prossimi giorni sono attese le altre decisioni del questore. Le Digos di Sassari e Cagliari stanno esaminando immagini e foto, molti dei partecipanti all’assalto alla città di Sassari hanno già una identità, anche se la sensazione è che di quell’esercito di circa 200 persone arrivate in città a bordo degli autobus noleggiati a Pula, almeno la metà sia riuscita a rientrare evitando il filtro delle forze dell’ordine. Da 200 a 66, infatti, c’è una bella differenza. E non è escluso che i percorsi alternativi siano stati “studiati” valutando anche coincidenze degli orari dei treni o comunque altre soluzioni favorevoli.

Aggressione armata. Le indagini - che vengono portate avanti schierando i migliori specialisti e i conoscitori delle dinamiche degli ultrà - partono da un punto fermo. Sabato mattina, poco prima delle 13, c’è stata una aggressione armata alla città di Sassari. Un dato incontenstabile, perché confermato dalle testimonianze e dai filmati delle telecamere. Chi ha sferrato l’attacco non aveva alcun interesse a nascondersi o a fare pensare che si trattasse di “altri”.

Mascherati. Nessun dubbio, quindi. E non è un problema di un colore rispetto a un altro, di fede sportiva contrapposta. Quella scatenata tra via XXV Aprile, piazza Stazione e Corso Vico, era violenza senza senso, delinquenza pura. I giovani mascherati sono entrati nei bar annunciando di essere arrivati per sfasciare tutto, hanno fermato auto e taxi incontrati lungo il percorso sfondando i parabrezza e danneggiando le carrozzerie a colpi di mazze e spranghe. Un vortice terribile condito con bombe carta e petardi. E poi botte, anche nei confronti di anziani indifesi, qualche giovane accerchiato e colpito da dieci “invasori” insieme. E donne con figli piccoli costrette a scappare terrorizzate.

Effetto sorpresa. Ecco, l’effetto sorpresa ha prodotto questo: una città sorpresa alle spalle, aggredita e terrorizzata che ci ha messo un po’ prima di capire e organizzarsi per reagire. Il questore di Cagliari ieri ha affermato in tv che bisogna «studiare meglio la tifoseria sassarese che forse ha instillato delle provocazioni».

Guerriglia urbana. La dichiarazione ha scatenato una marea di reazioni, perché è il punto di partenza che non torna: Sassari è stata aggredita e devastata, sfregiata nella sua dignità. E i tifosi non possono essere la giustificazione: Poteva accadere in un’altra città qualsiasi: non è una questione di sassaresi e cagliaritani. Quella di sabato era guerriglia urbana, teppismo, violenza che rasenta la pazzia. E poteva scapparci il morto, anzi più di uno. Questo meglio ricordarlo finchè ci sarà la possibilità di farlo. Perché alla fine è pure andata bene.

Il senatore Lai. Ieri il senatore del Pd Silvio Lai - che per primo si era rivolto al ministro dell’Interno Marco Minniti per chiedere l’avvio di tutte le verifiche necessarie - è tornato sui fatti di sabato con riferimento proprio alle frasi del questore di Cagliari.

«Sono rimasto colpito dalle parole pronunciate dal dottor Danilo Gagliardi – ha detto Lai – sono affermazioni delicate se non si poggiano su dati investigativi o fatti concreti verificati. Soprattutto viene spontaneo chiedersi se questi elementi siano emersi prima dei fatti oppure dopo la giornata di sabato. Nel primo caso perché non prevenirli? Nel secondo caso perché non sono stati rilevati prima? Attendiamo gli esiti delle indagini e chiederemo al governo le ragioni anche di questa affermazione».

Vertice in Prefettura. E ieri mattina in prefettura a Sassari si è svolta la riunione del Coordinamento delle forze dell’ordine. Tema i fatti della giornata di sabato (tre i fronti: la partita del Cagliari a Sorso, l’assalto degli ultrà alla stazione e la manifestazione antifascista che si è svolta in Porta Sant’Antonio). Sono stati affrontati gli aspetti della sicurezza e preso in esame il primo provvedimento emesso dal questore nei confronti del giovane arrestato durante gli scontri. Valutato anche «il lavoro in corso per giungere all’adozione degli ulteriori provvedimenti che il materiale probatorio - che la questura di Sassari sta esaminando in collaborazione con quella di Cagliari - renderà pienamente adottabili».

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