La Nuova Sardegna

In Piazza San Pietro i ramoscelli d’ulivo sardi

In Piazza San Pietro i ramoscelli d’ulivo sardi

A Roma attesi 120mila fedeli, tra le mani i tralci della pianta simbolo di pace Papa Bergoglio benedirà i 20 quintali. I sindaci: «È un onore essere stati scelti»

22 marzo 2017
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CAGLIARI. Il taglio è cominciato da giorni, in ognuna delle ventisette Città sarde dell’olio, e nei primi giorni d’aprile la raccolta dovrà essere di almeno venti quintali. È questa la fornitura delle piantine simbolo di pace che il Vaticano s’aspetta per la Domenica delle Palme. Perché il 9 aprile ai 120mila fedeli che saranno in Piazza San Pietro sarà offerto un ramoscello di Sardegna. Dopo la Liguria, l’anno scorso, stavolta l’onore del dono è spettato ad Alghero, Berchidda, Bolotana, Bosa, Dolianova, Escolca, Gergei, Gonnosfanadiga, Ilbono, Ittiri, Masainas, Oliena, Orgosolo, Orosei, Osini, Riola Sardo, Santadi, Seneghe, Serrenti, Sini, Uri, Usini, Villacidro, Villamassargia e Ussaramanna. Saranno tagliati in questi Comuni i ramoscelli che fra tre domeniche Papa Francesco benedirà durante la Messa e tutti sapranno che sono arrivati dalla Sardegna. Senza mettere in secondo piano – ci mancherebbe – la solennità dell’evento religioso a una settimana dalla Pasqua, sarà un spot internazionale per un’isola da sempre appassionata e devota verso Jorge Mario Bergoglio, che va ricordato quattro anni fa, poco dopo essere stato nominato, scelse Cagliari come tappa di una delle sue prime missioni pastorali.

L’evento. Dalle valli di Lanaitto alle pianure di Alghero, dai giardini del Villacidrese e di Bosa alle colline del Sulcis: arriverà da qui l’omaggio al Santo Padre voluto dall'Associazione nazionale Città dell'olio. «È un riconoscimento importante per la Sardegna , in uno dei momenti più sacri e toccanti della Cristianità – ha detto l'assessore all'agricoltura Pier Luigi Caria – Siamo convinti che diventare delle celebrità servirà a far crescere e apprezzare una delle nostre eccellenze: la produzione agroalimentare». Il 9 aprile saranno diversi i sindaci presenti in Piazza San Pietro e li hanno già insigniti del titolo di «ambasciatori delle tradizioni», ha ricordato l’assessore agli enti locali Cristiano Erriu, per poi aggiungere: «Il nostro paesaggio olivicolo è un valore aggiunto economico ma anche culturale e identitario che vede i Comuni in prima fila e orgogliosi». Tanto che all’Unesco è stato chiesto di riconoscere «questo paesaggio come patrimonio dell’umanità».

Il viaggio. I ramoscelli – ha detto il vicepresidente nazionale di Città dell'Olio Valentino Carta, che è anche assessore comunale di Oliena – «saranno caricati sui camion e imbarcati sul traghetto qualche giorno della Domenica delle Palme. Una volta arrivati a Roma di tutta la parte organizzativa si occuperà il direttore dei Giardini vaticani».

L’onore. Per il sindaco di Alghero Mario Bruno, che farà parte della delegazione, «siamo onorati di essere stati scelti». È lo è anche la Chiesa sarda, ha ribadito don Giulio Madeddu, direttore per le comunicazioni sociali della diocesi di Cagliari. Ma sono stati ancora i sindaci, nel presentare l’evento, i più entusiasti. Elio Sundas di Santadi non ha nascosto certo l’emozione: «Anche da questa trasferta – ha detto – dobbiamo recuperare la forza che ci serve per portare avanti un prodotto di nicchia, dall’olio alle olive, in cui però la Sardegna primeggia in Europa e nel mondo». Antonio Sau, sindaco di Ittiri, l’ ha confermato: «È sarda appena il 3 per cento della produzione nazionale d’olio, ma hanno il marchio di Sardegna veri e proprio gioielli (ci sono bottiglie pagate anche 58-60 euro al litro) premiati in tutte le principali rassegne internazionali». È un tesoro, l’olio extra vergine di Sardegna, e chissà se dopo la benedizione e il grazie di Papa Francesco avrà – senza essere blasfemi – anche un miracoloso picco nel listino prezzi.

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