La Nuova Sardegna

Caos Province, la rivolta dei Comuni: vogliamo cambiare patria

L'assessore agli Enti locali Cristiano Erriu
L'assessore agli Enti locali Cristiano Erriu

Dalla Gallura che rivendica l'autonomia da Sassari ai centri del Goceano che chiedono di far parte di un altro territorio. La riforma degli enti locali rallentata e complicata dalla nuova geografia

21 marzo 2017
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SASSARI La guerra delle piccole patrie cambia il volto delle immortali Province sarde. Questioni di lingua, identità, campanile. Questioni che la burocrazia della matita che sposta i confini non può capire. La rinascita delle vecchie Province, a dire il vero mai morte, ha risvegliato l’orgoglio della comunità. E tanti Comuni si risvegliano incastrati in territori in cui non si riconoscono.

 Il simbolo di questa ribellione è la Gallura, che dopo una battaglia lunga 40 anni si ritrova di nuovo al punto zero. Sotto la poco amata Sassari. Semplice pensare che la reazione sia la richiesta di una nuova Provincia. Legge presentata in consiglio regionale. Facile capire che la proposta non vedrà mai il sì dell’aula. Sul tavolo la Regione ha il nuovo edificio della legge sugli Enti locali.

Altri al cuore preferiscono il contachilometri. Impossibile per Seulo pensare di far parte della Provincia del Sud Sardegna, che ha la sede a Carbonia. Più o meno sulla luna per chi vive tra le montagne della Barbagia. Sancito da un referendum che la farà ritornare con Nuoro. E in questo giro demenziale in cui la burocrazia mortifica l’autonomia ci sono casi eclatanti. Budoni e San Teodoro erano in Provincia di Nuoro, nel 2005 hanno scelto di andare in quella di Olbia Tempio. Ora si trovano sotto Sassari. Seulo è passato da Nuoro, all’Ogliastra, al Sud Sardegna e ora sarà di nuovo con Nuoro. Genoni negli anni Venti era in Provincia di Cagliari, è passato a Nuoro, poi Oristano, Sud Sardegna. Ma ora si valuta se ritornare con Oristano.

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