La Nuova Sardegna

Gli usi civici privatizzati: adesso indaga la Procura

di Mauro Lissia
Gli usi civici privatizzati: adesso indaga la Procura

L’ipotesi di reato: abuso d’ufficio. Le denunce del Gruppo intervento giuridico Sentiti 2 testimoni, via all’acquisizione di documenti nei Comuni e in Regione

16 marzo 2017
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CAGLIARI. La privatizzazione strisciante delle terre ad uso civico è al centro di un’inchiesta giudiziaria condotta dal sostituto procuratore Andrea Vacca, che in queste ore è impegnato in una serie di audizioni di persone informate sui fatti. Partita nel massimo riserbo da una sequenza di esposti presentati dal Gruppo di intervento giuridico, l’associazione ecologista da anni in prima linea nella difesa delle aree pubbliche salvate dalla speculazione edilizia ed oggi minacciate anche da una legge regionale con cui si vorrebbe destinarle all’impresa. Il fascicolo aperto dal pm Vacca è attualmente contro ignoti, si lavora sull’ipotesi di abuso d’ufficio e di omissione d’atti d’ufficio perché - secondo le denunce del Grig - in molti casi si sarebbero verificate appropriazioni di terre oppure situazione di inerzia da parte di enti pubblici che hanno finito per favorire l’uso illecito delle aree. Fino a questo momento il magistrato ha sentito la testimonianza di Deliperi e del funzionario regionale Enrico Cadeddu, che fino a qualche anno fa si occupava degli usi civici ma è stato sollevato dall’incarico durante l’amministrazione Cappellacci. Nei prossimi giorni l’indagine entrerà nel vivo con l’acquisizione di atti e documenti utili per ricostruire la situazione e verificare la fondatezza delle segnalazioni. Numerosi i casi denunciati dal Grig: nel marzo del 1964 un’area di 550 mila metri quadrati nella località di Monte Orvile venne venduta alla società immobiliare Lagare spa di Como: peccato che si trattasse di terre pubbliche ad uso civico, che soltanto nel 2013 sono state riacquistate dal Comune. Altri terreni per migliaia di ettari, di proprietà dei cittadini, compresi boschi e pascoli, sono oggi occupati senza alcun titolo da privati, nessuno si preoccupa di recuperarli perché vengano restituiti ai demanio civico. La denuncia di Deliperi è stata indirizzata anche ai comuni di Cabras, Lotzorai, Alà dei Sardi, Porto Torres, Dolianova, Carloforte e Barumini insieme alla Regione, per una ragione scritta nelle norme: se i comuni non si impegnano a riportare alla proprietà pubblica le terre sottratte all’uso civico, è l’ente di viale Trento a dover agire in ogni sede per il recupero delle aree. Per la verità, come Deliperi ricorda in una nota, ad aprile del 2012 la Regione s’era occupata di mappare le superfici ad uso civico in 236 comuni su 377 per affrontare finalmente la situazione. Ora - denuncia Deliperi - l’indirizzo politico sembra ribaltato, al punto che l’amministrazione Pigliaru lavorerebbe per privatizzare aree importanti, togliendole alle comunità con quella che viene definita una «pesante offensiva istituzionale» ancorata a esigenze elettorali. Non si tratta di terreni marginali: nell’elenco di quelli censiti dall’associazione ecologista compaiono 550 mila metri quadrati di bosco e macchia mediterranea a Bricco Nasca, nel comune di Carloforte. Ma anche decine di lotti a Tancau, sulla costa di Lotzorai, e 150 mila metri quadrati intestati alla società estrattiva Monte Rosè, a Porto Torres. Ancora: decine di ettari di bosco ad Alà dei Sardi ceduti come diritto di superficie alla Greenpower srl per realizzarvi una centrale eolica. Terre di pregio, di cui Deliperi chiede conto prima di tutto ai comuni di riferimento e subito dopo alla Regione, finora - stando all’esposto - rimasti inerti davanti a un’occupazione priva di qualsiasi titolo o diritto. Secondo Deliperi si va avanti tra «sdemanializzazioni, abusi ignorati, mancata dichiarazioni pubblica di demani civici accertati». Un sacco delle terre pubbliche che non avvantaggia le comunità locali, ma sembra offrire opportunità d’impresa a privati. «Chi ci perde?» chiede Deliperi. La risposta: «Le tante collettività sparse in Sardegna - in tre quarti dei comuni sono presenti terre a uso civico - a cui vengono sottratti coste, pascoli, boschi senza nulla in cambio».

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