La Nuova Sardegna

Le cicogne fanno il nido a Giave. Il sindaco: «Salviamo la specie»

di Luigi Soriga
Le cicogne fanno il nido a Giave. Il sindaco: «Salviamo la specie»

Hanno costruito il loro nido d’amore sul classico traliccio dell’Enel, e da lassù si godono la tranquilla distesa di Campu Giavesu

15 marzo 2017
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GIAVE. L’ultimo posto dove ci si aspetta di vedere le cicogne è proprio Giave. Paesino del Mejlogu di 586 abitanti, tasso di natalità pari a zero, spopolamento progressivo e rischio di estinzione demografica. E infatti le cicogne, mica sceme, a Giave ci vanno in incognito, o forse in vacanza, ma non certo per depositarci i bimbi infagottati. Insomma: ci vanno per farci gli affari loro. Visto che gli abitanti non offrono particolare lavoro da sbrigare, le cicogne hanno anche tutto il tempo per dedicarsi all’attività più antica e piacevole del mondo: la riproduzione.

Hanno costruito il loro nido d’amore sul classico traliccio dell’Enel, e da lassù si godono la tranquilla distesa di Campu Giavesu. Nessun occhio indiscreto a turbare l’intimità, un’oasi di silenzio tutta per loro. E dev’essere un buen retiro talmente idilliaco, che tra questi pennuti abituati a girare il mondo si è sparsa anche la voce. In questi giorni sono stati avvistati ben sei esemplari di “Ciconia Ciconia”, per gli amici Cicogna bianca, mentre merendavano e cominciavano a mettere su casa. Il maschio che svolazza di qua e di là alla ricerca di legnetti, ciuffi d’erba, terra umida (mera manovalanza), e la femmina che progetta e sistema tutto il materiale (alta ingegneria). Il risultato è che la casa è un signor nido di un metro di diametro, resistente, confortevole con vista panoramica.

Ci si può pensare di mettere su famiglia. E questo è un evento. Primo perché le cicogne, come il paesino di Giave, sono a rischio estinzione. Secondo perché la nidificazione in Sardegna è estremamente rara. Solo negli ultimi anni se ne conoscono alcuni casi a Ozieri, Siliqua e Olmedo. Perché l’isola, per gli stormi, è sempre stata una sosta ristoratrice in un lungo ed estenuante viaggio. Come può essere un salto in autogrill in una Torino-Reggio Calabria. Perché la vita di questi simpatici pennuti non è esattamente una passeggiata. Anzi ha tutta l’aria di essere una vitaccia. Due migrazioni l’anno, una in primavera e una in inverno. Estenuanti esodi aerei dall' Africa all'Europa o all' Asia, planando sulle “termiche”, le correnti d’aria calda prodotte dal suolo scaldato dai raggi solari. Andata e ritorno. Partenza a febbraio, circa un mese di volo, poi nidificazione e ad agosto rientro in Africa.

Ecco, che tre coppie di cicogne, uccelli giramondo, che hanno attraversato i continenti, solcato latitudini, e visto le meraviglie del pianeta – città antiche, deserti – scelgano proprio Giave per mettere su famiglia, è senz’altro commovente. E infatti l’amministrazione e il sindaco hanno l’intenzione di coccolarli come ospiti d’eccezione, riservando loro ogni premura. Che tradotto in burocratese si chiama Zps, Zona a protezione speciale da costituire a Campu Giavesu per preservare la specie. È la direttiva dell’Unione Europea “Uccelli” che offre questa possibilità con tanto di finanziamenti, e il sindaco di Giave Maria Antonietta Uras ha tutta l’intenzione, è il caso di dirlo, di coglierla al volo. Ma nel frattempo ha fatto ripulire la zona attorno al nido e l’ha cosparsa di cartelli: “Sito di riproduzione di Cicogna Bianca”. E sottinteso: stare alla larga e non disturbare. E per informare i giavesi che l’atterraggio delle cicogne potrebbe diventare davvero una benedizione piovuta dal cielo (risorse del Piano di sviluppo rurale, finanziamenti vari, sviluppo del territorio) ieri il sindaco ha organizzato un convegno al quale hanno partecipato biologi, naturalisti, esperti faunisti, e poi agricoltori, allevatori e semplici cittadini. Unici assenti giustificati le guest star dal becco lungo, che nella pace della campagna, dall’alto del loro attico intralicciato, sono in ben altre, e più importanti, faccende affaccendate. (ha collaborato Emidio Muroni)

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