La Nuova Sardegna

Emergenza rifugiati, vertice sulla gestione dei profughi. I sindaci: dubbi sull’accoglienza

di Vincenzo Garofalo
Minorenni migranti giunti nell'isola con la nave greca Rizopon (foto Mario Rosas)
Minorenni migranti giunti nell'isola con la nave greca Rizopon (foto Mario Rosas)

Incontro tra Anci, prefettura e primi cittadini del nord dell’isola per le quote di ripartizione. Molti temono di essere abbandonati dalle istituzioni una volta arrivati i richiedenti asilo

14 marzo 2017
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Paura. Davanti alla gestione di duemila e cinquecento rifugiati da ospitare con il Piano nazionale di accoglienza Sprar, i sindaci del nord Sardegna sono preoccupati. Hanno paura non per la presenza di tanti richiedenti asilo, che in molti sarebbero disposti ad accogliere a braccia aperte. È solo che non si fidano dello Stato, delle Prefetture, delle loro promesse e della loro gestione programmata dell'emergenza migranti. Una paura emersa a Sassari durante l'incontro organizzato dalla Prefettura e dall'Anci, per illustrare ai sindaci il nuovo Piano nazionale di ripartizione e invitarli ad aderire in massa al modello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).

[[atex:gelocal:la-nuova-sardegna:regione:1.15032077:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.lanuovasardegna.it/regione/2017/03/14/news/il-paese-paga-gli-studi-a-4-migranti-1.15032077]]

Un modello che prevede una distribuzione pesata dei migranti, ripartita in base al numero di abitanti di ciascun comune. Sei migranti per i centri con meno di 2mila abitanti, tre ogni mille per quelli che superano i 2mila residenti e due migranti ogni mille abitanti per la città metropolitana di Cagliari. Il ministero dell'Interno spera di svuotare i Cas (Centri di accoglienza straordinaria) trasferendo le persone nei centri Sprar che sorgeranno nei comuni aderenti al piano. Secondo il bando pubblicato la scorsa settimana dalla prefettura di Sassari, nel nord Sardegna (Gallura compresa), a oggi sono presenti 1.900 cittadini stranieri che chiedono la protezione internazionale.

In base alla ripartizione dovrebbero essere assegnati alla prefettura di Sassari altri 600. A questa quota si deve aggiungere una maggiorazione, del 20 per cento, che tenga conto di ulteriori sbarchi. Per mettere in atto lo Sprar la prefettura sassarese ha a disposizione 24 milioni di euro. Serviranno per attivare i centri di accoglienza nei comuni che ne faranno richiesta. Ogni centro potrà avere un massimo di 50 profughi, che dovrà ospitare dal 1 aprile al 31 dicembre, e per i quali riceverà 35 euro a testa.

Numeri che non hanno convinto del tutto i sindaci nel vertice. Davanti al prefetto di Sassari Giuseppe Marani, al presidente e alla vicedirettrice dell'Anci sarda, Emiliano Deiana e Daniela Sitzia, il primo sindaco a pronunciare apertamente la parola paura è Giovanni Ligios, di Osilo: «Il termine esatto è paura», dice mentre i colleghi annuiscono con un cenno della testa. «I nostri Comuni non sono nelle condizioni di gestire un progetto di questo tipo. Con le poche risorse umane e finanziarie che abbiamo a disposizione non riusciamo nemmeno a gestire le altre emergenze del nostro territorio», continua. «Se avessimo certezze sulle somme stanziate, sulla puntualità dei trasferimenti, sulle quote, noi tutti ci metteremmo la firma. Ma come possiamo fidarci? Chi ci assicura che aderendo al progetto, alla fine non ci ritroveremo a dover gestire molti più dei migranti assegnati a ogni Comune con la ripartizione nazionale?».

Una paura condivisa da molti amministratori, come l'assessore alle Politiche sociali del Comune di Sassari, Monica Spanedda: «Noi partecipiamo la bando, ma ci sono molte difficoltà perché per attuare un programma serio e professionale con i privati servono soldi, molti soldi. Cifre più alte di quelle disponibili». O come il sindaco di Florinas, la deputata Giovanna Sanna: «Non possiamo partire con questi progetti senza avere la certezza di potenziare le strutture e avere fondi disponibili».

Il nuovo decreto

«La mannaia sul Superbonus devasterà tantissime vite»

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative