La Nuova Sardegna

«I ribassi ostacolano il libero mercato»

«I ribassi ostacolano il libero mercato»

L’economista Marco Vannini: i prezzi influenzati negativamente nel momento in cui si avvia la ripresa

28 febbraio 2017
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SASSARI. Sono lo specchio della crisi e la loro crescita provoca alterazioni nel libero mercato immobiliare. Marco Vannini, professore di Economia al Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Sassari, parla di circolo vizioso. Perché «la corsa a liquidare le garanzie immobiliari attraverso la vendita forzata, davanti a una domanda ancora debole, provoca un ribasso nei prezzi d'asta – spiega il docente – col risultato che le banche recuperano poco e il debitore, che avrebbe interesse a vendere l'immobile al prezzo più alto possibile (per recuperare qualcosa rispetto al debito da estinguere), perde regolarmente tutto. Inoltre, poiché il prezzo delle aste diventa spesso un riferimento per i prezzi del mercato libero, quest'ultimo viene negativamente influenzato proprio nel momento in cui si avvia la ripresa». Anche in Sardegna, come nel resto d’Italia, arrivano segnali confortanti sulla ripresa economica, ma la crescita delle vendite giudiziarie sembra indicare il contrario: «Gran parte delle vendite giudiziarie in Italia riguarda beni immobili ad uso residenziale (circa il 62%). Gli stessi beni che vengono offerti in garanzia dai nostri imprenditori per garantire un prestito. Quando le cose vanno male e non si riesce a restituire il debito contratto, nella migliore delle ipotesi dopo aver tentato varie strade per riportare in bonis l'affidato, le banche avviano la vendita forzata per recuperare il credito. Le aste giudiziarie (raddoppiate nell'ultimo quinquennio) sono lo specchio delle sofferenze del sistema creditizio, i dati riflettono processi avviati in passato durante la crisi». E purtroppo, sottolinea Vannini , i ribassi d’asta influenzano negativamente anche il mercato libero «ostacolando la ripresa». Che cosa si può fare per mitigare questi effetti? «Occorre tutelare gli interessi tanto dei debitori quanto dei creditori – dice il docente di Economia –. Certamente le banche dovrebbero esercitare il massimo di creatività per evitare di dare il colpo finale ad attività sane colpite da una crisi finanziaria, poi diventata reale, globale. C'è poi il discorso che per chi perde la casa all'asta c'è comunque un bisogno abitativo che deve trovare una soluzione. Strumenti contrattuali come il rent to buy, che lascia al conduttore la possibilità di acquistare l'immobile dopo un periodo di tempo prestabilito in cui paga un canone, potrebbero essere di aiuto. Così come specifiche disposizioni che aumentino le garanzie per le famiglie che sottoscrivono un mutuo. L'impennata delle vendite forzate crea uno spazio significativo, attualmente non occupato dagli agenti immobiliari – conclude Vannini – per servizi di consulenza specifici sulle vendite giudiziarie». (si. sa.)

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