La Nuova Sardegna

vertenza latte

«Pecorino, l’isola faccia rete»

di Pinuccio Saba

La proposta di Maullu, europarlamentare di Forza Italia

25 febbraio 2017
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. È stato eletto al Parlamento Europeo in Lombardia, ma Stefano Maullu rivendica con forza le proprie radici che affondano in due piccoli centri dell’Oristanese che superano (insieme) di poco i mille abitanti, Asuni e Ruinas. E anche perché «mio nonno era un pastore», ha voluto interessarsi dei problemi del comparto dai banchi del parlamento europeo. Ieri mattina Stefano Maullu, esponente di Forza Italia e del Partito popolare europeo, a Bonassai, nella sede di Agris, ha voluto incontrare i rappresentanti delle aziende che si occupano della trasformazione del prodotto principale degli allevamenti sardi e cioè del latte. Che diventa Pecorino romano, Pecorino Sardo e Fiore Sardo, le tre “Dop” tutelate in Sardegna. Un incontro favorito dal consigliere comunale algherese Maria Grazia Salaris, e servito a mettere sul tavolo i problemi del comparto. Che sono principalmente dovuti alla tipicità delle aziende (di produzione e di trasformazione) che sfociano in una sorta di monocoltura che ha difficoltà ad affrontare i mercati. Senza dimenticare poi, come hanno sottolineato Salvatore Palitta e Domenico Mura, presidenti dei consorzi di tutela del Pecorino Romano e del Pecorino Sardo, che le produzioni sono legate all’andamento delle stagioni. Annate che, spesso, fanno registrare sbalzi verso l’alto o verso il basso di 15/20 punti percentuali. Impossibile poi, per la peculiarità degli allevamenti, pensare alle produzioni programmate. Le soluzioni proposte dai consorzi, guardano soprattutto alla “diversificazione” dei prodotti ma per fare questo occorre il sostegno concreto delle istituzioni, spesso impastoiate dalla burocrazia. Non resta che percorrere una strada alternativa, e cioè la ricerca di nuovi mercati. Un percorso che la Sardegna non può fare da sola e per questa ragione Stefano Maullu propone di “fare rete” con gli altri paesi dove già esiste un polo lattiero caseario ovino, e cioè Francia e Spagna. Piccole realtà che però, insieme, possono diventare sistema. E se è vero che il mercato internazionale del Pecorino romano ha tenuto (più 5 per cento) grazie alle esportazioni in Usa, Canada e Giappone, è altrettanto vero che i nuovi mercati possono essere l’ancora di salvezza non solo per la produzioni lattiero casearie, ma per un “patrimonio immateriale” dell’isola legato alla pastorizia e per la tutela dell’ambiente e del territorio. Per questo motivo Stefano Maullu si è impegnato a portare all’attenzione dei colleghi francesi e spagnoli i problemi del comparto, per creare una “forza d’urto” in grado di approdare nei nuovi mercati dell’estremo oriente. Una “rete” in grado di reperire risorse comunitarie appositamente stanziate, e in grado di garantire quella qualità e tipicità unanimamente riconosciute ai prodotti lattiero caseari della Sardegna.

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative