La Nuova Sardegna

Vini sardi e champagne, le strade si incrociano

di Marco Bittau
Vini sardi e champagne, le strade si incrociano

Le associazioni isolane stringono un accordo con i produttori francesi: presto in Sardegna per un tour delle cantine

21 febbraio 2017
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OLBIA. Non essendo portatori sani di prosecco, i sardi godono di buona stima tra i vigneron della Champagne, in Francia. Ancora di più quando si stappa una bottiglia di brut e si scopre che il tappo è di sughero made in Gallura. Così le Strade del vino della Sardegna incrociano la Route du champagne e subito si aprono grandi e inattese prospettive di collaborazione. La missione a Reims ed Epernay, coordinata dall’agenzia regionale Laore, infatti, nei giorni scorsi ha suscitato attenzione nel mondo dell’enoturismo gettando le basi per un esclusivo accordo-scambio di esperienze e professionalità. Una sorta di gemellaggio enologico che potrebbe concrertizzarsi nel prossimo appuntamento già in agenda: l’evento “Champagne e vini di Sardegna si incontrano”. Questa volta, però, saranno i produttori francesi a visitare le cantine dell’isola.

La missione in Francia ha prodotto un grande risultato soprattutto per le Strade del vino, associazioni votate al marketing e alla valorizzazione turistica dei territori rappresentati attraverso i loro prodotti di eccellenza, come appunto il vino da cui prendono il nome. A Reims erano rappresentate ben cinque Strade: quella del cannonau, quella del vermentino di Gallura docg, quella del vino della Sardegna del nord ovest, quella della malvasia e quella del carignano del Sulcis. Per i loro amministratori l’immersione nel mondo dorato dello champagne è stata un’iniezione di fiducia. C’è tanto da imparare (produzioni di elevatissima qualità, una tutela del nome e del marchio quasi ossessiva, una organizzazione della produzione che sembra una macchina da guerra, una condivisione di obiettivi lontano mille miglia dall’individualismo dei sardi), ma c’è anche qualcosa da insegnare (soprattutto nel campo dell’enoturismo, che pure sulla Marna sarebbe una miniera d’oro).

Dal punto di vista tecnico la missione si è concretizzata in due livelli di attività consistenti in visite, sopralluoghi e incontri istituzionali. La delegazione sarda (presenti produttori di vino, enologi, albergatori e ristoratori) ha visitato celebri maison de champagne (da Moët & Chandon a Taittinger) con strutture di trasformazione di tipo industriale, ma anche piccole imprese a conduzione familiare. I sopralluoghi invece hanno consentito di visitare vigneti e conoscere sistemi di coltivazione. Gli incontri istituzionali hanno permesso di avviare confronti con le organizzazioni di coordinamento fra i viticoltori sotto il profilo sindacale (il Syndicat général des vignerons de la Champagne) e con le associazioni che vigilano sul rispetto dei disciplinari di produzione (Comité interprofessionnel du vin de Champagne). Proficuo l’incontro con l’Union de maisons de Champagne che cura i rapporti fra le varie cantine e coordina la pianificazione delle politiche commerciali. «In occasione degli incontri istituzionali – dice Luigi Cau dell’equipe Laore – è scaturita anche la volontà di promuovere un incontro in Sardegna per ricambiare l’ospitalità e ricercare forme di gemellaggio e collaborazione con l’avvio di nuovi progetti di cooperazione transnazionale». Soddisfatti i rappresentanti delle Strade: «Sono stati raggiunti importanti obiettivi – dicono Lino Fancello della Strada del cannonau, Paolo Manca della Strada del vermentino, Carmela Cugusi della Strada del nord ovest, Roberto Zarelli della Strada della malvasia e Giancarlo Fois della Strada del carignano – ha permesso la nascita di buoni rapporti fra i partecipanti; ha creato le basi per collaborazioni fra le Strade; ha fatto conoscere metodologie e buone pratiche adottate in altre realta; ha rafforzato l’immagine istituzionale delle Strade e dell’agenzia Laore verso l’esterno; ha consentito di gettare le basi per costruire nuovi progetti».

@marcobittau

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