La Nuova Sardegna

Telefonate, risolto il giallo: spuntano le trascrizioni

di Luca Fiori
Telefonate, risolto il giallo: spuntano le trascrizioni

I carabineri di Nuoro hanno inviato al pm dieci pagine con le conversazioni dei fratelli Taras Agli atti anche le parole dello zio di Pinna che annunciava “spiacevoli conseguenze” per i testimoni

17 febbraio 2017
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SASSARI. Le telefonate ci sono e a quanto pare anche i tabulati che sembravano spariti. Ci hanno pensato i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Nuoro, ieri mattina a chiarire davanti al tribunale dei minori di Sassari quello che una settimana fa sembrava assumere tutti i contorni di un giallo nel corso del processo a carico di Paolo Enrico Pinna, il giovane di 19 anni accusato con il cugino Alberto Cubeddu, di 21, degli omicidi di Gianluca Monni e Stefano Masala, uccisi tra il 7 e l’8 maggio del 2015.

Gli investigatori dell’Arma hanno inviato al pubblico ministero Roberta Pischedda un’informativa in risposta ai dubbi sollevati nel corso dell’udienza del 9 febbraio scorso dai difensori di Pinna Agostinangelo Marras e Angelo Merlini. Nelle dieci pagine inviate ai magistrati dai carabinieri di Nuoro ci sono sia le trascrizioni delle conversazioni telefoniche avute dal supertestimone Alessandro Taras con suo fratello e con un investigatore, che lo stralcio del tabulato delle utenze cellulari in uso ai fratelli Taras, con gli orari e le celle a cui si sono agganciati i loro telefoni. La prima telefonata - si legge nell’informativa - è quella del primo giugno 2016 tra Taras e un investigatore dell’Arma di Nuoro. La seconda telefonata è quella del 5 giugno 2016 tra Taras e il fratello, mentre la terza conversazione registrata dagli inquirenti del 13 giugno 2016 avviene nuovamente tra il supertestimone e l’investigatore dei carabinieri. Quello stesso giorno alle 22.01 - si legge ancora nell’informativa dei carabinieri - Taras informa il militare che suo fratello aveva ricevuto una telefonata intimidatoria da Francesco Pinna, zio dell’imputato. L’allevatore di Nule, che a ottobre dello scorso anno era stato arrestato per questo motivo, secondo quanto scritto dai carabinieri aveva annunciato «spiacevoli conseguenze cui sarebbe potuto incorrere il fratello Alessandro se avesse testimoniato il giorno dopo davanti al Gip del tribunale dei minori e del tribunale ordinario di Nuoro durante gli incidenti probatori riguardanti gli omicidi di Stefano Masala e Gianluca Monni». I familiari di Monni sono assistiti dagli avvocati Rinaldo Lai, Antonello Cao e Margherita Baragliu. I legali di Pinna, gli avvocati Agostinangelo Marras e Angelo Merlini, replicheranno invece nel corso della prossima udienza, fissata per il 23 febbraio. Per ora la difesa non è entrata nel merito delle novità emerse nel corso degli ultimi giorni: secondo la Procura di Nuoro, infatti, l'esecutore materiale dell’omicidio di Gianluca Monni sarebbe Alberto Cubeddu, mentre Paolo Enrico Pinna, minore all’epoca dei fatti, sarebbe rimasto a bordo dell’auto di proprietà della famiglia di Stefano Masala, il giovane di Nule di cui da quel giorno non si è più avuta traccia. Tuttavia nell’ordinanza che ha portato in carcere Pinna, lo stesso viene indicato come colui che ha sparato le fucilate mortali contro lo studente di Orune.

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