La Nuova Sardegna

Salone dell'archeologia di Firenze, preso d'assalto il padiglione Sardegna

Salone dell'archeologia di Firenze, preso d'assalto il padiglione Sardegna

La sala sarda ha subito catalizzato l’attenzione dei visitatori, attratti soprattutto dalle riproduzioni delle maestose statue menhir che in questi giorni faranno da filo conduttore al tema centrale della terza edizione

17 febbraio 2017
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FIRENZE. Dopo l’elegante cerimonia inaugurale, ieri sera a Palazzo Vecchio, il tourismA ha ufficialmente aperto i battenti. Questa mattina il suggestivo Palazzo dei Congressi, cuore di Firenze, sede del Salone internazionale dell’archeologia, è stato letteralmente invaso da centinaia di persone. La Sala “Sardegna” ha subito catalizzato l’attenzione dei visitatori, attratti soprattutto dalle riproduzioni delle maestose statue menhir che in questi giorni faranno da filo conduttore al tema centrale della terza edizione.

Le testimonianze della Sardegna nuragica e prenuragica suscitano interesse e curiosità e gli operatori provenienti da cinque diverse aree dell’Isola (Laconi, Sa perda ‘e Iddocca, Perfugas, Fondazione Meta - Alghero, Irgoli e Società Irei di Villagrande Strisaili) rispondono volentieri alle tante domande rivolte dai visitatori per comprendere il senso e le funzioni dei manufatti.

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Oltre alle ben note sculture di Carmine Piras: riproduzioni fedeli di statue-stele (Laconi), di un arciere del ciclo di Monte ‘ Prama, della singolare “madre con bambino” (Perfugas) e del guerriero di Bulzi (Perfugas), nel padiglione Sardegna è esposta anche una teca di spade nuragiche di bronzo, roll up, pannelli di grandi dimensioni e un mega schermo su cui, da stasera, cominceranno a scorrere immagini a flusso continuo. Tra queste, un tour virtuale, realizzato dall’archeologa Laura Lai, nel santuario di Janna ‘e Pruna e di Su Notante (Irgoli). Gianni Alvito, (società Teravista di Cagliari), specialista in video immagini 3D e nella ripresa dall’alto con l’uso di droni, illustrerà una serie di lavori condotti in alcuni fra i siti archeologici più noti. Al tourismA partecipa quest’anno la fondazione Meta di Alghero, dove a dicembre, dopo dieci anni, è stato aperto il Museo della Città, che per usare le parole di Paolo Sirena, direttore generale della Fondazione, “Si candida a essere annoverato fra i più importanti musei archeologici della Sardegna”. La struttura espositiva ospita reperti rilevanti anche per l’ampiezza dell’arco temporale rappresentato, dal Prenuragico al Medioevo passando per il Romano. “Risultato – prosegue Sirena – degli scavi condotti nel territorio, nella Grotta verde, nelle necropoli di Anghelu Ruju e Santu Pedru e nel cimitero di San Michele”. La particolarità del sistema, è il carattere biunivoco perché l’esposizione rimanda ai siti e i siti al Museo: “Una strategia mirata – conclude Sirena – che consente di ottimizzare la promozione e la divulgazione del patrimonio culturale”.

A Firenze c’è anche una piccola chicca: un mini laboratorio, allestito dalla Società Irei di Villagrande Strisaili, dedicato alla panificazione in epoca nuragica per spiegare, nella pratica, come veniva fatto il pane in Sardegna all’ombra dei nuraghi.

Grande attesa domani, per la presenza di Giorgio Murru e Angelo Ghiretti, rispettivamente direttori dei musei di Laconi e Pontremoli, città gemellate e sodali nel grande progetto di creazione della rete museale del Mediterraneo dedicata alle statue-stele, rete che raggruppa centri come Pontremoli e La Spezia, Riva del Garda e Trento, Bolzano e Capo di Ponte (Brescia) Teglio (Sondrio), Bovino (Foggia), Laconi e Perfugas. Sarà questo il tema centrale attorno a cui ruota l’attività del padiglione Sardegna alla terza edizione di tourismA.

L’editore Carlo Delfino – che per il terzo anno ha avuto mandato dagli organizzatori di rappresentare in esclusiva la Sardegna – partecipa a tourismA 2017 forte di una ricorrenza importante: la storica casa editrice, che ha appena compiuto 35 anni di attività, ha portato a quota 62 le guide della Sardegna archeologica, strumenti agili, dedicati ai più importanti e conosciuti siti dell’Isola, volumetti preziosi che in questi anni hanno contribuito a divulgare e promuovere il patrimonio archeologico sardo.

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