La Nuova Sardegna

l’omicidio di Roberto Fragata

Il funerale ad Arzana il parroco: no alla violenza

di Kety Sanna

INVIATA AD ARZANA. «No» alla violenza con un fiore in mano. Una marcia silenziosa, discreta, quasi intima, ieri mattina ha attraversato le vie del piccolo centro ogliastrino, salito in questi giorni...

15 febbraio 2017
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INVIATA AD ARZANA. «No» alla violenza con un fiore in mano. Una marcia silenziosa, discreta, quasi intima, ieri mattina ha attraversato le vie del piccolo centro ogliastrino, salito in questi giorni alla ribalta della cronaca, per l’omicidio di Roberto Fragata, il tabaccaio 46enne, con precedenti per rapine, ucciso a fucilate in pieno centro. Anche una fitta coltre di nebbia ha coperto le case quasi a volerle proteggere dagli occhi indiscreti che in questi giorni hanno “violato” la comunità. La gioventù del paese, i coetanei dei figli della vittima, si sono stretti a loro in questo momento di dolore. L’abbraccio dei compagni è andato in particolare alla figlia più piccola di Roberto Fragata, Greta, di soli 10 anni. Sull’uscio la vedova, Antoniettina Mancosu, ha risposto alla testimonianza di affetto offrendo delle caramelle alla lunga scia di bambini. Un gesto che ha visto coinvolta la scuola e i suoi insegnanti, chiamati a spiegare il concetto di morte e violenza ai loro piccoli scolari. Il corteo è partito dalla scuola di piazza Roma e ha poi raggiunto la casa del tabaccaio, in via Firenze, a pochi passi dal luogo del delitto. Poi nel pomeriggio Arzana ha dato l’ultimo saluto al giovane ucciso. I rintocchi delle campane “a morto” hanno risuonato fino all’arrivo del carro funebre nella piazza della chiesa di San Giovanni Battista. Anche il figlio Marco, avvolto nel suo giubbotto verde, ha aiutato a sorreggere fino al centro della navata la bara del padre, attesa da centinaia di persone, adulti ma anche tanti giovani e bambini. Assente il vescovo Antonello Mura che ha inviato un messaggio alla comunità e una preghiera alla famiglia dell’ucciso, annunciando una visita a breve. Ha celebrato la messa don Michele Congiu. «In queste ore di pena e di sofferenza – ha sottolineato il parroco – il nostro pensiero va a Roberto che improvvisamente si è trovato davanti a Dio pestato dalla violenza. Che il Signore lo accolga e lo consoli per l’ingiustizia che ha subito. La nostra preghiera è anche per voi, Antonietta, Ilaria Marco e Greta, e per tutti i familiari di Roberto, che avete sofferto l’alba diventata improvvisamente buio. Dio uniportatore della vita e della morte – ha aggiunto don Michele – di fronte alla prevaricazione di questo suo diritto esclusivo, ancora una volta deve implorare perdono e misericordia per noi peccatori. E quindi anche per te fratello che davanti a Dio e agli uomini ti sei reso responsabile di questo dolore, che il Signore ti converta. E noi comunità addolorata e umiliata non possiamo che seguire le parole del Vangelo, di Gesù che andando incontro alla morte violenta e ingiusta, esorta i suoi a non perdere la via della vita. Mai rispondere con la vendetta – ha aggiunto don Michele – La nostra deve essere una risposta d’amore che porta alla pace. Lo dobbiamo ai nostri ragazzi che sono la speranza; dobbiamo educarli a crescere nella fede perché siano poi il nostro orgoglio». Dal fronte delle indagini non trapela nulla. I bossoli ritrovati sul luogo del delitto sarebbero tre anche se i colpi esplosi sono quattro. L’unica certezza è che il killer che sabato mattina alle 7,30 ha ucciso Roberto Fragata lo ha atteso, sicuro che l’uomo sarebbe passato in via Marco Polo per raggiungere la tabaccheria.

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