La Nuova Sardegna

lavoratori senza stipendio

Aias, Uras si appella a due ministri

CAGLIARI. Niente stipendi e accuse al veleno. Il clima all’Aias è sempre più incandescente. Da una parte i lavoratori, circa 1300 tra centri Aias e Fondazione Randazzo, esasperati perché da almeno un...

11 febbraio 2017
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CAGLIARI. Niente stipendi e accuse al veleno. Il clima all’Aias è sempre più incandescente. Da una parte i lavoratori, circa 1300 tra centri Aias e Fondazione Randazzo, esasperati perché da almeno un anno i compensi arrivano con il contagocce e all’appello mancano dalle 6 alle 8 mensilità. Dall’altra l’azienda che continua a ribadire le sue ragioni, sollecitando il pagamento delle prestazioni arretrate da parte delle Asl. Di mezzo, il licenziamento di un educatore a Cortoghiana, il sindacalista della Cisl Roberto Fallo: secondo l’azienda colpevole di “atteggiamenti scorretti” nei confronti di un assistito, secondo i colleghi punito per proteste sindacali. Il popolo Aias e Fondazione si è stretto intorno a lui: “io sto con Roberto” il nuovo slogan e l’immagine profilo scelta da tanti sui social network. Dopo il deputato Michele Piras di Sinistra Italiana, il senatore Luciano Uras del Gruppo Misto fa un nuovo appello in Parlamento. Uras ha presentato una interrogazione ai ministri del Lavoro Giuliano Poletti e della Salute Beatrice Lorenzin nella quale chiede che «vengano tutelati «i diritti dei lavoratori e la loro stabilità occupazionale». Non solo. Il senatore parla del licenziamento dell’educatore sindacalista e chiede di «intraprendere iniziative a tutela della libertà sindacale in Aias al fine di scongiurare eventuali casi di provvedimenti disciplinari ritorsivi comminati nei confronti dei lavoratori che svolgano attività sindacale all’interno dell’azienda». È giudicato impensabile, infatti, che i dipendenti senza stipendio oltre al danno subiscano anche la beffa «perché, alla legittima protesta per i pagamenti irregolari l’Aias risponde con pesanti provvedimenti disciplinari». Di recente l’azienda ha spedito avvisi a numerosi dipendenti che avevano ottenuto il pagamento degli stipendi direttamente dalle Asl, attraverso l’applicazione dell’articolo 1676 del codice civile: una procedura autorizzata dalla Regione – assessorato alla Sanità – che la scorsa estate aveva invitato le aziende sanitarie a erogare i compensi dovuti. Ora l’Aias denuncia irregolarità e annuncia provvedimenti nei confronti dei lavoratori.

Il rischio è che dopo mesi di tira e molla, a pagare le conseguenze della situazione esplosiva siano i pazienti, soggetti deboli per i quali l’assistenza garantita dagli operatori è fondamentale. Se i lavoratori decidessero di incrociare le braccia, a patirne gli effetti sarebbero soprattutto le persone – adulti ma anche tanti bambini – delle quali si prendono cura nei numerosi centri Aias distribuiti in tutta l’isola. Sino a questo momento i lavoratori hanno garantito l’erogazione del servizio. Ma non si può escludere – se la situazione non si sbloccherà – che decidano di fare un passo indietro. (si. sa.)

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