La Nuova Sardegna

Cannabis terapeutica, la Sardegna è ancora in coda

di Silvia Sanna
Cannabis terapeutica, la Sardegna è ancora in coda

Costi alti e medici diffidenti. La storia di Cristina Porcu, farmacista pioniera, la prima a creare preparati a base di cannabis nell'isola

03 febbraio 2017
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SASSARI. Nessun dubbio sulle proprietà terapeutiche: la cannabis è utile per alleviare dolori cronici e combattere la sofferenza provocata da alcune patologie, come la sla e la sclerosi multipla, ma anche per contrastare gli effetti collaterali della chemioterapia. Ma, a parte pochissime eccezioni, chi ne ha bisogno deve pagare. Le terapie, nonostante i costi si siano più che dimezzati negli ultimi anni, continuano ad avere prezzi elevati. Un calcolo ipotetico: circa 140 euro ogni 5 settimane, più o meno 1300 euro all’anno. E con l’ingresso nel commercio della nuova sostanza, la Fm2 prodotta in Italia dallo stabilimento chimico militare di Firenze, non è scontato che si raggiunga l’obiettivo desiderato: il risparmio per gli utenti. A fare la differenza sarà infatti la concentrazione del principio attivo, sulla base del quale si stabilisce la quantità di prodotto necessario per eseguire la terapia.

Come e dove curarsi. Nell’isola non è semplice trovare la cannabis terapeutica. Essendo una materia prima, la cannabis deve essere trattata e trasformata: in una capsula, in una soluzione, in una cartina o in olio. Ma le farmacie ospedaliere – l’unico canale attraverso il quale il farmaco sarebbe mutuabile – non fanno preparazioni galeniche, ma si limitano alla distribuzione di medicinali. E per le farmacie pubbliche la galenica comporta un aggravio di costi e la richiesta di personale specializzato. Soprattutto, nell’isola sono ancora pochi i medici che prescrivono la cannabis a scopo terapeutico. Possono tutti, specialisti e medici generici, ma sono ancora una minoranza, per diffidenza e per paura: sulla cannabis terapeutica non esiste un bugiardino, il professionista che fa la prescrizione si assume tutta la responsabilità.

La prima farmacia. Tutto iniziò nel 2010, quando dal Centro sclerosi multipla di Cagliari arrivò la richiesta di cannabinoidi terapeutici che potessero alleviare le sofferenze dei tanti malati assistiti dalla struttura. Fu così che Cristina Porcu divenne pioniera della cannabis in Sardegna. Titolare dell’omonima farmacia in via Cadello a Cagliari, iniziò a creare composti utilizzando i principi attivi della pianta. Cristina Porcu nel 2010 è stata la prima a creare preparati a base di cannabis in Sardegna. Oggi la farmacia cagliaritana, che effettua spedizioni ovunque, è punto di riferimento per un centinaio di pazienti distribuiti in tutta l’isola. Quarantadue anni, cagliaritana con origini nuoresi (il padre è di Borore), Cristina Porcu è specializzata in fitoterapia. Nel suo laboratorio di 100 metri quadri due specialiste lavorano full time alle preparazioni galeniche. Sul fronte della cannabis, Cristina Porcu spiega che dal 2010 a oggi sono stati fatti passi avanti, ma la Sardegna resta comunque ancora molto indietro. «La legge consente l’utilizzo di cannabinoidi terapeutici da alcuni anni – dice – ma solo in poche regioni italiane sono stati stilati protocolli attuativi che ne regolano uso e distribuzione: la Sardegna non è una di queste regioni».

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Dal decotto agli olii. Nel 2010 era possibile utilizzare solo il dronabinol o Thc sintetico. Poi arrivò con un decreto ministeriale la possibilità di usare anche i composti vegetali che lo contengono. Fu la prima importante novità in materia di cannabis terapeutica. «I miei fornitori di bedrocan, l’infiorescenza essicata di cannabis, sono gli unici due distributori italiani autorizzati dal Ministero della Salute che a loro volta si riforniscono in Olanda. Inizialmente facevamo esclusivamente le cartine che il paziente inalava o trasformava in infuso. Poi è arrivata da medici e pazienti la richiesta dell’estratto oleoso». La ragione è semplice: «Il decotto non garantisce la precisa somministrazione del farmaco – spiega Cristina Porcu – e il dosaggio è fondamentale per l’efficacia della terapia». Non solo: la preparazione in olio è molto più comoda per chi lavora, perché non è costretto a portarsi dietro il decotto o a prepararlo sul posto. Oggi la farmacia di Cristina Porcu è l’unica in Sardegna a offrire gli oleoliti, una delle 12 in tutta l’Italia.

La Fm2. Nell’isola non è ancora arrivata ma diverse farmacie ne hanno ordinato una certa quantità. La farmacia di Cristina Porcu ha richiesto cinque grammi di Fm2 e ha pagato, spese di spedizione escluse, 37,84 euro. La quantità è ridotta «perché non abbiamo richieste di questa nuova sostanza. Secondo i medici è poco affidabile a causa della forchetta elevata di percentuale di principio attivo». Ma a suscitare perplessità è anche il fatto che la Fm2 si presenti già macinata e non come infiorescenza da trattare in laboratorio. Un aspetto poco rassicurante che potrebbe alimentare la già forte diffidenza di medici e farmacisti.

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