La Nuova Sardegna

Demani civici della Sardegna, il Grig denuncia: «Ci portano via i boschi»

di Mauro Lissia
Stefano Deliperi
Stefano Deliperi

Stefano Deliperi, del Gruppo di Intervento giuridico, scrive ai comuni e alla procura della Repubblica: i terreni pubblici occupati da privati in barba alla legge

01 febbraio 2017
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CAGLIARI. Nel marzo del 1964 un’area di 550 mila metri quadrati nella località di Monte Orvile venne venduta alla società immobiliare Lagare spa di Como: peccato che si trattasse di terre pubbliche ad uso civico, che soltanto nel 2013 sono state riacquistate dal Comune. Altri terreni per migliaia di ettari, di proprietà dei cittadini, compresi boschi e pascoli, sono oggi occupati senza alcun titolo da privati, nessuno si preoccupa di recuperarli perché vengano restituiti ai demanio civico.

La denuncia arriva da Stefano Deliperi, del Gruppo di intervento giuridico, impegnato da anni in una battaglia senza esclusione di carte bollate contro l’inerzia dei comuni e della Regione, gli enti pubblici che si sono fatti scippare le terre, privando i cittadini di quanto la legge ha loro assegnato.

Il documento firmato da Deliperi è indirizzato anche alla Procura della Repubblica perché venga accertato se l’aver chiuso gli occhi su decine di appropriazioni illecite di terre abbia fatto scattare i reati di abuso d’ufficio e omissione di atti d’ufficio. Ma a ricevere il documentatissimo atto sono stati anche i comuni di Cabras, Lotzorai, Alà dei Sardi, Porto Torres, Dolianova, Carloforte, Barumini e Posada insieme alla Regione, per una ragione scritta nelle norme: se i comuni non si impegnano a riportare alla proprietà pubblica le terre sottratte all’uso civico, è l’ente di viale Trento a dover agire in ogni sede per il recupero delle aree.

Per la verità, come Deliperi ricorda in una nota, ad aprile del 2012 la Regione s’era occupata di mappare le superfici ad uso civico in 236 comuni su 377 per affrontare finalmente la situazione. Ora - denuncia Deliperi - l’indirizzo politico sembra ribaltato, al punto che l’amministrazione Pigliaru lavorerebbe per privatizzare aree importanti, togliendole alle comunità con quella che viene definita una «pesante offensiva istituzionale» ancorata a esigenze elettorali.

Una cosa è certa: non si tratta di terreni marginali, nell’elenco di quelli censiti dall’associazione ecologista compaiono 550 mila metri quadrati di bosco e macchia mediterranea a Bricco Nasca, nel comune di Carloforte. Ma anche decine di lotti a Tancau, sulla costa di Lotzorai, e 150 mila metri quadrati intestati alla società estrattiva Monte Rosè, a Porto Torres. Ancora: decine di ettari di bosco ad Alà dei Sardi ceduti come diritto di superficie alla Greenpower srl per realizzarvi una centrale eolica. Terre di pregio, di cui Deliperi chiede conto prima di tutto ai comuni di riferimento e subito dopo alla Regione, finora - stando all’esposto - rimasti inerti davanti a un’occupazione del tutto priva di qualsiasi titolo o diritto.

Secondo Deliperi si va avanti tra «sdemanializzazioni, abusi ignorati, mancata dichiarazioni pubblica di demani civici accertati». Una sorta di sacco delle terre pubbliche che di certo non avvantaggia le comunità locali, ma sembra offrire opportunità d’impresa a privati e aziende. «Chi ci perde?» chiede provocatoriamente Deliperi. La risposta: «Le tante collettività sparse in tutta la Sardegna - in tre quarti dei comuni sono presenti terre a uso civico - a cui vengono sottratti coste, pascoli, boschi senza nulla in cambio». Il tutto tralasciando il valore ambientale delle superfici, rimaste finora salve dalla speculazione.

La nota di Deliperi si chiude con un richiamo ai cittadini perchè firmino una petizione popolare da inviare al governatore Pigliaru in cui si chiede l’abrogazione della legge 26/2016 sulla sdemanializzazione delle terre civiche e la promulgazione dei 120 provvedimenti di accertamento di altrettanti demani civici «che dormono nei cassetti regionali da più di quattro anni».

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