La Nuova Sardegna

due eventi a monteleone rocca doria e baradili

La Fondazione Maria Carta si fa paladina dei piccoli centri

La Fondazione Maria Carta si fa paladina dei piccoli centri

SASSARI. Il mondo della cultura scende in campo per frenare lo spopolamento. Una missione impossibile, a prima vista. Ne sono consapevoli gli stessi promotori. Ma quello che preme ad artisti,...

30 gennaio 2017
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SASSARI. Il mondo della cultura scende in campo per frenare lo spopolamento. Una missione impossibile, a prima vista. Ne sono consapevoli gli stessi promotori. Ma quello che preme ad artisti, cantanti, scrittori è far passare il messaggio che una parte di Sardegna sta morendo e ha bisogno di politiche ad hoc per tamponare l’emorragia di abitanti. A lanciare l’idea di una Woodstock sarda nelle zone interne è la Fondazione Maria Carta, che ha fissato due giornate contro lo spopolamento il 25 aprile a Monteleone Rocca Doria, uno dei due paesi insieme a Sorradile destinato a scomparire entro venti anni, e il 28 maggio a Baradili, il paese più piccolo della Sardegna con i suoi solo 82 residenti. «Vogliamo accendere un faro sui problemi delle piccole comunità – spiega Leonardo Marras, presidente della Fondazione intitolata alla più grande voce della Sardegna –. È da più di un anno che stiamo lavorando a questo progetto perché lo spopolamento rischia di trasformarsi in un dramma sociale. Dobbiamo capire quali azioni in concreto possano essere intraprese per invertire questa tendenza oppure se dobbiamo arrenderci all'idea che interi piccoli centri della Sardegna siano destinati, da qui ad alcuni decenni, alla totale estinzione. Occorre attirare l'attenzione delle istituzioni e dell'opinione pubblica su un fenomeno che, se non arginato, avrà una portata dirompente, soprattutto nei prossimi anni».

Il progetto della Fondazione Maria Carta si chiama Freemmos, un mix tra il termine inglese free, ovvero libero, e la desinenza mmos che in sardo vuole dire fermi. «Liberi e fermi, dunque – spiega Marras –. Il nome che abbiamo scelto richiama l'idea di libertà, dove si è liberi di rimanere nel territorio in cui si è nati e in cui si è sempre vissuti. Il diritto a non vedere morire i propri paesi significa anche dare la possibilità di garantire un futuro alle giovani generazioni in termini di opportunità lavorative, presidi culturali e sociali che non devono essere smantellati». La scelta della Fondazione Maria Carta è caduta su Monteleone Rocca Doria, dove la carovana di artisti farà tappa il 25 aprile, e Baradili, dove la Woodstock anti spopolamento si svolgerà il 28 maggio. «Saranno due giornate in cui incontreranno artisti e scrittori, in cui si raccoglieranno testimonianze, in cui si proverà a dare un contributo a questo problema, che non riguarda solo le zone interne ma l’intera Sardegna».

Ha accolto la proposta con grande soddisfazione Lino Zedda, sindaco di Baradili, il comune più piccolo dell’isola. «Parlare e confrontarsi con persone che conoscono questi fenomeni non può che fare bene – dice –. Ma anche mostrare a chi viene gli aspetti più importanti delle nostre comunità». La giornata contro lo spopolamento sarà l’occasione anche per Zedda per spiegare quelli che, a suo dire, sono gli strumenti per frenare l’emorragia dalle zone interne. «Io non dico che bisogna portare il lavoro a Baradili, mi rendo conto che non è una cosa fattibile, ma chi vive a Baradili deve essere messo nelle stese condizioni di chi abita a Cagliari o Oristano. Invece, purtroppo, dal punto di vista della mobilità, della sanità, della istruzione ci sono grandi differenze. I miei figli studiano a Cagliari, potrebbero viaggiare perché Baradili dista appena 70 chilometri, ma non ci sono mezzi e loro sono costretti a vivere nel capoluogo. Credo che si facessero azioni concrete per farci uscire dall’isolamento il problema dello spopolamento potrebbe essere in parte arginato». (al.pi.)

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