La Nuova Sardegna

Latte, Coldiretti attacca le imprese ma perde i pastori

di Claudio Zoccheddu
Latte, Coldiretti attacca le imprese ma perde i pastori

L’associazione contro Confindustria: «Il loro è il solito bluff» Gli allevatori non parteciperanno alla protesta di mercoledì

28 gennaio 2017
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CAGLIARI. Il mercato del latte è zeppo di molti numeri e spesso ognuno ha una tabella opposta rispetto a quella del latte. Nel caos di un mercato che va a rotoli, Coldiretti e Confindustria non smettono di menarsi come fabbri sui milioni di litri di latte prodotti nell’ultima stagione. Ai trasformatori, che due giorni fa hanno respinto l’accusa di aver diffuso nel 2016 notizie allarmanti sulla raccolta, «non siamo stati degli speculatori», proprio la Coldiretti ha replicato ancora: «Il vostro bluff è stato smascherato da tempo e riproporlo dopo un anno è ancora più sconcertante». Perché secondo l’associazione degli allevatori una delle cause per cui è crollato a picco il prezzo del latte è nella previsione di marzo che la produzione avrebbe toccato i 430milioni di litri, un esagerazione. Però quel pericolo annunciato è smentito dalla Coldiretti con un bel po’ di calcoli. «Se prendiamo come riferimento il numero delle pecore presenti in Sardegna, quelle in produzione sono 2,3 milioni, i litri totali comunque sarebbero appena inferiori ai 290 milioni e quindi molto lontani dall’allarme lanciato». Un bluff – secondo Coldiretti – che salta fuori anche se il confronto è fra gli ormai famosi 430 milioni e la somma dei litri censiti a ottobre dal Consorzio del pecorino romano: 286,6 milioni, più i 50-60 destinati a pecorini diversi da quello romano. «Anche in questo caso – è la conclusione di Coldiretti – ci sarebbe comunque una differenza di oltre 82-83 milioni con l’allarme di marzo». In altre parole: il mercato «è finito sotto scacco per colpa di un bluff» che «ha avuto comunque l’effetto di far crollare, in questa annata, il prezzo sotto la soglia dei 90-80 centesimi pagati nella precedente». Per questo, è la conclusione, oggi le aziende agropastorali sono a un passo dal tracollo e il primo febbraio marceranno su Cagliari.

Dopo aver mostrato i muscoli, Coldiretti subisce l’attacco del Movimento dei pastori sardi: «Non parteciperemo alla manifestazione del primo febbraio. Pur condividendo, in parte, alcune delle rivendicazioni non aderiremo perché riteniamo l'iniziativa puramente strumentale, organizzata per allontanare le responsabilità». I pastori, poi, calcano la mano sulle motivazioni che avrebbero spinto Coldiretti a scendere in piazza: «Non si gioca sulla nostra pelle e sui problemi che il comparto sta attraversando a causa del dimezzamento del prezzo del latte, delle carni e della terribile situazione atmosferica. Non si strumentalizza la rabbia di chi sta perdendo tutto per soddisfare interessi e appetiti politici. Il Movimento deciderà come e quando scendere in piazza in maniera cosciente e determinata per risolvere una volta per tutte le antiche questioni che da sempre imprigionano il nostro settore e ne impediscono lo sviluppo».

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