La Nuova Sardegna

Latte, tregua finita: Coldiretti in piazza

Latte, tregua finita: Coldiretti in piazza

Il primo febbario pastori, allevatori e agricoltori protesteranno a Cagliari contro il crollo del prezzo. Nel mirino la Regione: «A parole dice che il settore è strategico per l'economia dell'isola e poi non rispetta gli impegni»

16 gennaio 2017
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CAGLIARI. Il prossimo primo febbario pastori, allevatori e agricoltori di Coldiretti scenderanno in piazza a Cagliari contro il crollo del prezzo del latte. Nel mirino «la politica regionale sorda e insensibile» che «a parole dice che il settore è strategico per l'economia dell'isola e poi accumula ritardi e non rispetta gli impegni».

Al primo punto della vertenza che rompe un periodo di tregua, il prezzo del latte passato da 1,20 euro della campagna del 2015 ai 60-55 centesimi di oggi e la crisi del comparto ovino. Per Coldiretti «non bastano la disponibilità della Giunta e di Raffaele Paci e gli intenti per il futuro, servono invece soluzioni urgenti perchè i buoi sono già scappati».

Sono necessari per l'organizzazione almeno 40 milioni di euro in Finanziaria, «così da permettere alle aziende di rimanere a galla»: si tratta di compensazioni minime per i costi di produzione se il latte fosse stato pagato 70 centesimi al litro. «Oggi il pastore sta producendo in forte perdita - spiega il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu, annunciando la protesta di piazza in una conferenza stampa - le abbiamo provate tutte e l'unico modo per farci sentire da questa politica sorda è quello di creare disagio ai cittadini: e di questo ci scusiamo».

«Pagando l'acconto sul prezzo del latte a circa 50-60 centesimi al litro rispetto ai 286,6 milioni di litri prodotti, vuol dire che sono andati in fumo per i produttori 130 milioni di euro in un anno nella commercializzazione del pecorino romano, mentre la perdita per i trasformatori è stata di circa 50 milioni - sottolinea il direttore Luca Saba - E non sono certo i produttori che devono umiliarsi a chiedere contributi diretti per non chiudere».

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