La Nuova Sardegna

il critico d’arte ancora all’attacco

Sgarbi: «Spero sparisca il museo di Quartucciu»

di Mauro Lissia
Sgarbi: «Spero sparisca il museo di Quartucciu»

CAGLIARI. Massacrato l’orto botanico di Sassari, il critico d’arte Vittorio Sgarbi ha inserito anche il nuovo museo archeologico di Quartucciu nella sua personale galleria degli orrori, augurandosi...

14 gennaio 2017
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CAGLIARI. Massacrato l’orto botanico di Sassari, il critico d’arte Vittorio Sgarbi ha inserito anche il nuovo museo archeologico di Quartucciu nella sua personale galleria degli orrori, augurandosi che presto la terra si apra e lo inghiotta. Anni fa Beppe Grillo ammonì in un comizio di piazza gli elettori perché impedissero agli amministratori comunali «di Quartucciu, Quintucciu e Sestucciu» di costruire altre tazzine per il cappuccino. Eppure dietro il progetto dell’architetto Pietro Reali a suo tempo promosso dalla giunta del sindaco Pierpaolo Fois c’è un pensiero apparso ai più convincente, con rimandi letterari e storici. Tant’è che nei primi anni Duemila il consiglio accolse l’idea di quel complesso così bizzarro con l’entusiasmo dell’unanimità, mettendo d’accordo col peso della cultura maggioranza e opposizione: «D’altronde - osserva l’attuale sindaca Laura Pulga - anche opere particolari come la torre Eiffel e la piramide del Louvre col tempo sono state accettate e oggi rappresentano Parigi». Forse Sgarbi ha voluto concentrare il suo giudizio estremo solo sull’aspetto estetico dell’opera, senza addentrarsi nel significato di quella forma non proprio consueta: «Chi sono io per contestare le valutazioni di un critico d’arte accreditato come Sgarbi? - prende le distanze la sindaca - posso solo ricordare che ogni giudizio è soggettivo e che la bellezza è negli occhi di chi guarda. I lavori su quell’edificio, che non sarà solo un museo archeologico ma un parco urbano culturale articolato, sono ancora lontani dalla conclusione e io spero che una volta aperto al pubblico venga compreso e apprezzato». Certo a vederlo così, dopo la recente mano di vernice, il complesso museale di Quartucciu non è l’opera d’architettura più facile da classificare. La struttura centrale sembra davvero una via di mezzo fra una tazza da caffè e uno scolapasta. Ma a sentire la sindaca Pulga quella forma è la sintesi di un pensiero ricco di citazioni: «Se approfondissimo il ragionamento dell’architetto Reali vedremmo che nel progetto legato alla scoperta della necropoli di Pill’e Mata c’è un rimando a “Passeremo sulla terra leggeri” dello scrittore Sergio Atzeni, cui sarà dedicato il parco. Scopriremmo che visto dall’alto l’edificio traccia la Q di Quartucciu e sapremmo che grazie al recente finanziamento di tre milioni verrà completamente ricoperto di trachite, a richiamare l’architettura nuragica». Insomma, ne vedremo ancora di realizzazioni innovative, forse il bello - è proprio il caso di dirlo - deve ancora arrivare. Nel frattempo però sul museo cadono i fulmini del critico d’arte più popolare e allo stesso tempo impopolare d’Italia, che ha tagliato corto augurando una sorta di autosepoltura rapida e profonda all’opera architettonica che dovrebbe un giorno rappresentare Quartucciu: «Sgarbi lo conosciamo e conosciamo il suo modo di esprimersi, a volte molto diretto - sorride la sindaca Pulga - ma se vogliamo restare sul filo dell’ironia possiamo rispondergli con la certezza che la Sardegna è la regione più antisismica d’Italia, la terra non si apre e non inghiotte edifici. Quindi il nostro museo resterà in piedi e un giorno speriamo sia gradito anche da chi oggi lo critica».

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