La Nuova Sardegna

Sassarese respinto allo scalo di Bucarest: “Io cittadino di Gaia”

di Nadia Cossu
L’auto con la targa RSG (Regno Sovrano di Gaia) confiscata nel 2014
L’auto con la targa RSG (Regno Sovrano di Gaia) confiscata nel 2014

Un 50enne esibisce il documento del fantomatico “Regno Sovrano” e viene cortesemente rimandato in Italia. Il mistero della partenza dall’aeroporto di Alghero

14 gennaio 2017
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SASSARI. È partito dall’aeroporto di Alghero, direzione Bucarest. Ma G.G., 50 anni, residente a Sassari, ha dovuto rinunciare alla passeggiata al Soseaua Kiseleff, il grande viale da molti paragonato al più celebre Champs Elysees di Parigi. Il suo viaggio si è infatti concluso all’aeroporto della capitale della Romania. Quando le forze dell’ordine lo hanno fermato per un controllo, ha esibito il documento di identità – l’unico per lui valido – ossia quello che attesta l’appartenenza al Regno Sovrano di Gaia. La reazione, un misto di stupore e imbarazzo, è stata immediata: in Romania non si entra. Tappa obbligata all’ambasciata italiana dove gli è stato rilasciato un documento provvisorio per il rientro in Italia. Quattro giorni fa G.G. è sbarcato all’aeroporto di Bergamo “Orio al Serio” da dove è ripartito per la Sardegna.

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Tornano a far parlare di sè gli abitanti di Gaia, così come era accaduto nel 2014 quando la polizia municipale di Sassari aveva sequestrato in via Zanfarino una Peugeot che riportava la sigla RSG: Regno Sovrano di Gaia. La stessa identica scritta compariva nel contrassegno dell’assicurazione. Il giorno successivo tre persone – tra cui il proprietario della macchina – si erano presentate negli uffici del comando della polizia municipale chiedendo spiegazioni sul sequestro del veicolo: «La targa è falsa – avevano risposto gli agenti – così come sono falsi il tagliando assicurativo, il certificato di proprietà, il libretto». La replica: «Non sono falsi, li ha rilasciati il Regno Sovrano di Gaia». Chi decide di far parte del regno sottoscrive una dichiarazione di sovranità e intenti che invia al Presidente della Repubblica. Un documento nel quale la persona (che da quel momento avrà un nuovo nome) si definisce «un essere vivente, libero e sovrano sotto la mia giurisdizione e rappresentanza (...)».

Come sia stato possibile per l’uomo imbarcarsi ad Alghero resta un mistero. Cosa ci sia dietro tutto questo non è proprio semplice da spiegare. I cittadini di Gaia ritengono di non far parte dello Stato italiano, di conseguenza non ne riconoscono le leggi. La loro filosofia di vita si basa su scelte che non hanno bisogno di autorizzazioni, sul libero scambio o una moneta complementare «di tua scelta e valore, comunemente accettata», sostengono. Qualsiasi cosa è sempre meglio che «continuare a essere schiavo del sistema e delle banche illegittime, pignorate, che hanno ingannato l’umanità per secoli».

Il passaporto? «Un documento inutile dal momento che le frontiere dovrebbero essere eliminate». Per espatriare è quindi sufficiente spiegare alle compagnie aeree che il documento valido è quello che attesta la loro appartenenza al Regno Sovrano di Gaia. Stavolta, però, questo documento non è servito.

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