La Nuova Sardegna

ARZACHENA. Oscar Farinetti, l’inventore di Eataly, è stato nei giorni scorsi in Gallura. Una breve vacanza nel corso della quale il manager piemontese è stato più volte riconosciuto, in particolare nelle passeggiate fatte a Olbia, o all’aeroporto, e si sottoposto al rito dei selfie quando è stato, molto spesso, riconosciuto.

Durante la vacanza, Farinetti è andato a visitare la Cantina di Vigne Surrau, alle porte di Arzachena, su invito del patron Tino Demuro.

Una occasione che Farinetti, una delle figure all’avanguardia nel panorama internazionale del gusto e delle preferenze eno-alimentari, ha colto al volo, dichiarandosi entusiasta della cantina di Vigne Surrau. E regalando una riflessione che deve essere fatta propria sicuramente, non solo da Tino Demuro, ma da tutti i produttori di vini in Sardegna, un settore che sta conoscendo una progressione esponenziale sia nelle vendite che nella qualità di prodotto. «L’isola – ha detto Oscar Farinetti – deve puntare sui vitigni autoctoni. Il mercato mondiale del settore infatti richiede vini che abbiamo qualità e genuinità, come ad esempio il vermentino. Questa è sicuramente una leva sulla quale puntare per continuare a crescere».

La visita ha consentito anche al guru del settore alimentare italiano di trattenersi a pranzo e assaggiare il tradizionale porchetto sardo. «Il migliore – ha commentato – che mi sia capitato di provare» e anche avere dedicata una degustazione verticale dello Sciala, il vino di punta della produzione di vigne Surrau.

Soddisfatto il commento di Tino Demuro che, va ricordato per inciso, da tempo porta avanti un accordo economico importante con Eataly, visto che i vini prodotti dalla cantina arzachenese sono presenti nella trentina di store di Farinetti sparsi nella penisola.

«Abbiamo trovato da subito un particolare e identico modo di intenderci sui valori – ha detto il patron di Vigne Surrau – , le qualità e l'identità del territorio. Farinetti ha voluto conoscere e visitare personalmente la cantina e le vigne. Ha confermato la bontà delle linee guida che seguiamo da sempre con al centro l'esaltazione delle nostre potenzialità in ambito enogastronomico senza alterare tradizioni e genuinità della cultura gallurese». (en.g)