La Nuova Sardegna

Dai paesi che si spopolano scompare anche il postino

di Luca Rojch
Dai paesi che si spopolano scompare anche il postino

Le Poste hanno inviato una lettera a decine di sindaci sardi dei piccoli comuni Il servizio dei portalettere solo a giorni alterni. La protesta di Anci e Regione

03 gennaio 2017
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SASSARI. Per chi vive in un piccolo paese dell’interno neanche il postino sarà più una certezza. Nei centri a rischio spopolamento anche il portalettere sta per estinguersi. Cancellato dalla politica tutta tagli delle Poste che alla missione del servizio pubblico ha sostituito quella degli utili. Troppo costoso mandare un postino tutti i giorni nei piccoli paesi. Il campanello suonerà a giorni alterni. La posta prioritaria e le raccomandate arriveranno con cama, qualche giorno più tardi.

Le Poste portano avanti un processo di razionalizzazione che riguarda 2600 comuni in tutta Italia. Difficile quantificarlo per la Sardegna. Ma tutti i centri sotto i mille abitanti, oltre 120, rischiano di vedere il portalettere a giorni alterni. Mancano i dati ufficiali perché la comunicazione arriva a ogni singolo sindaco. Una sorta di battaglia navale del disservizio. L’allarme viene lanciato quasi in contemporanea dall’Anci e dai consiglieri regionali. Il presidente Piersandro Scano va all’attacco. «Quanto annunciato è un cambiamento radicale del servizio – dice –, voluto solo da Poste Italiane, che mira a contenere i costi. È inaccettabile per noi.Questo è solo l’ultimo di una serie di colpi di spugna che hanno cancellato i servizi nei centri della Sardegna. Ricordo che in molti comuni già gli uffici postali o sono stati cancellati o lavorano a giorni alterni. A questo si devono aggiungere tutti i servizi che sono stati cancellati dallo Stato e dai privati. Via scuole, banche, uffici. Poi si continua a parlare di spopolamento». Un risultato immediato è già stato ottenuto. Nei prossimi giorni ci sarà un vertice a tre Anci, Regione. Poste. Anche perché subito è scattata la protesta del vicepresidente del consiglio regionale Eugenio Lai, che è anche sindaco di Escolca. «E anche io ho ricevuto la lettera in cui le Poste mi informavano della loro decisione – spiega Lai –. Scelta per me non accettabile. Il mio Comune è uno di quelli bersagliati dai tagli dei servizi. Il portalettere è uno degli ultimi. Prima hanno ridotto l’apertura dell’ufficio postale, poi hanno tagliato i servizi, le scuole. Qualcuno ha ancora il coraggio di chiedere quali siano le cause dello spoplamento?». Lai non si limita al tavolo con Anci e Poste. «Lancio un appello alla mobilitazione del consiglio regionale e dei parlamentari sardi' e della Giunta. Tutti dobbiamo alzare la voce nei confronti del governo nazionale per tutelare servizi fondamentali a cui non si può rinunciare. Più in generale è da ripensare l'applicazione rigida del principio del pareggio di bilancio con la conseguente contrazione della spesa. Una scelta che penalizza la qualità della vita di migliaia di uomini e donne. Quello che accade negli ultimi anni in diverse aree della nostra isola mette a rischio la stessa sopravvivenza dei Comuni e mina alla radice tutte le scelte politiche messe in atto da Regione e comuni per contrastare lo spopolamento». La ribellione dei sindaci e della Regione per ora non sembra intaccare la scelta della spa. Il postino non suonerà più alla porta di molti cittadini dei paesi sardi.

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