La Nuova Sardegna

Cd verso l’addio alla maggioranza

Cd verso l’addio alla maggioranza

Roberto Capelli convoca il partito a Tramatza: «Ora valutiamo la permanenza»

03 gennaio 2017
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CAGLIARI. Le fibrillazioni nella maggioranza in Regione non sembrano destinate a passare. Il malessere del Centro democratico all’interno della coalizione di governo è quotidiano. E il suo leader Roberto Capelli sembra sempre più deciso allo strappo. Sarà decisiva l’assemblea convocata a Tramatza per giovedì. Nel faccia a faccia con il cuore del Cd ci sarà la scelta finale. Capelli non nasconde la sua irritazione verso la giunta Pigliaru. «La quotidiana lettura dei giornali, gli incontri con amministratori, imprenditori, lavoratori, studenti e insegnanti, dirigenti, funzionari e dipendenti pubblici, operatori sanitari e del trasporto pubblico e privato, utilizzatori del sistema trasporti interni ed esterni, allevatori e agricoltori, forze dell'ordine e operatori penitenziari, cittadini sardi e non, lamentano l'opacità, l'inerzia, l'inefficienza e l'inefficacia dell'azione politica in generale e di quella regionale in particolare. In quest'ultima, e soprattutto nel presidente Pigliaru, avevamo riposto grande fiducia e aspettativa. Ci ritroviamo invece a essere governati da una pletora di spregiudicati non eletti. Privi di una minima sensibilità politica che stanno lottizzando il Paese, e la Sardegna in particolare, secondo principi e interessi lobbistici ed amicali, e non saranno loro ad essere giudicati perché il conto lo pagherà la politica. Già, perché prima, a torto o ragione, sceglieva, decideva, programmava e pagava la politica, adesso si ingaggiano gli “amici” e il conto continuerà a pagarlo la politica».

Capelli punta il dito contro la scarsa attenzione ai territori. «A tutto ciò si aggiunga la mancanza di ascolto e di rapporto politico, non solo con il nostro Partito ma anche con i territori: dal Nuorese all'Oristanese, dalla Gallura all'Iglesiente, dall'Ogliastra al Sarcidan. Isole comprese. Una nota particolare merita il rapporto Stato-Regione: assente. Quando c’è stato il rapporto è sempre stato, a mio avviso, subordinato e servile. Più che altro inquadrato nella ricerca di futuri "posizionamenti" personali. Personalmente ritengo che sia arrivato il momento per fare una seria e responsabile valutazione sulla nostra permanenza in questa torbida botte politica, pensando soprattutto al futuro per non sentirci accusati, domani, di complicità nel aver saputo, ma non aver fatto».

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