La Nuova Sardegna

Natale, boom di consumi spesi nell’isola 410 milioni

Natale, boom di consumi spesi nell’isola 410 milioni

Dicembre si conferma il mese leader degli acquisti: 81 euro in più a famiglia Un terzo delle vendite in provincia di Cagliari. Seguono Sassari e la Gallura

27 dicembre 2016
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SASSARI. Dicembre si conferma il mese leader della spesa. Quest’anno le famiglie sarde hanno speso circa 410 milioni di euro, 81 in più rispetto al consumo mensile. Il Natale, come al solito, fa lievitare i carrelli. Pane, pasta, dolci, vini, birre, carni, formaggi, pesci e conserve sono alcuni dei prodotti che hanno registrato una crescita delle vendite. Secondo Confartigianato Imprese Sardegna, il 38,2 per cento degli acquisti alimentari, pari per il mese di dicembre a 157 milioni di euro, viene intercettato dal sistema di offerta delle imprese artigiane sarde del settore. Questi numeri sono contenuti nel dossier dedicato all'artigianato alimentare, elaborato dall'Ufficio studi di Confartigianato, che ha incrociato i dati della contabilità regionale con la distribuzione mensile delle vendite, e analizzato i numeri del terzo trimestre 2016 del ministero. «Negli ultimi 5 anni, durante il periodo legato alle festività natalizie – afferma Maria Carmela Folchetti, presidente di Confartigianato – in modo specifico per i prodotti agroalimentari, abbiamo registrato un incremento delle vendite al dettaglio del 24,8 per cento superiore alla media mensile degli altri 11 mesi dell'anno e del 22,2 superiore alla media mensile annua».

Spesa per provincia. A livello provinciale entro la fine di dicembre, 138 milioni di euro verranno spesi in provincia di Cagliari, 83 a Sassari, 43 a Olbia-Tempio, 39 a Oristano, 38 a Nuoro, 31 a Carbonia-Iglesias, 23 nel Medio Campidano e 15 in Ogliastra. Di questi, le imprese artigiane alimentari ne intercetteranno 53 in provincia di Cagliari, 32 a Sassari, 16 in Gallura, 15 a Nuoro e Oristano, 12 a Carbonia Iglesias, 9 nel Medio Campidano e 6 in Ogliastra.

Specialità. Il boom della spesa natalizia ha riguardato anche le specialità tipiche. In Sardegna sono ben 3.629 le imprese artigiane agroalimentari, laboratori e botteghe, che offrono produzioni straordinarie per qualità, gusto, tradizione e genuinità. Di queste 1.473 imprese agroalimentari operano in provincia di Cagliari, 1.145 in quella di Sassari, 720 a Nuoro e 301 a Oristano. Le eccellenze del food made in Sardegna, quelle garantite dai marchi europei Dop, Igp e Stg, sono diventate 8. All'Agnello di Sardegna, al Carciofo spinoso di Sardegna, al Fiore Sardo, al Pecorino Romano e quello Sardo, all'Olio Extra Vergine di Sardegna e allo Zafferano di Sardegna si sono aggiunti i Culurgionis d'Ogliastra, che pongono la Sardegna al 16esimo posto tra le regioni italiane che, tutte insieme, annoverano 288 prodotti agroalimentari di qualità.Tra le province sarde Cagliari è in testa con 7 prodotti a marchio riconosciuto; seguono il Medio Campidano, Nuoro, Ogliastra e Sassari con 6; chiudono Carbonia-Iglesias, Olbia-Tempio e Oristano con 5.

Tradizione. Sono invece 4.965 i prodotti agroalimentari tradizionali italiani riconosciuti dal ministero, censiti e caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo; la Sardegna ne conta ben 189, ponendosi al 12esimo posto tra le regioni. Al primo posto la Campania con 486 prodotti, seguita dalla Toscana con 460. Sono tantissime anche le produzioni dell'artigianato agroalimentare sardo a "chilometro zero" Grazie a questi prodotti sani e genuini, il tasso di obesità degli italiani è il più basso di tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. «Se mangiamo con moderazione e con equilibrio – sottolinea la Folchetti –, i nostri prodotti agroalimentari sono anche molto salutari»

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