La Nuova Sardegna

Istat, cala il Pil della Sardegna: -0,7 con 19mila euro pro capite

Il palazzo della Regione
Il palazzo della Regione

Il terziario pesa per l'82 per cento sull'economia isolana, al 18,6% il sommerso

13 dicembre 2016
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CAGLIARI. Il Pil del Mezzogiorno sale dell'1,1% nel 2015, quello della Sardegna invece arretra. E di molto. Rispetto al 2011 l'Isola segna, insieme alla Valle d'Aosta, il risultato più negativo tra le regioni italiane, con un calo dello 0,7%. La ricchezza per abitante si assesta su circa 19mila euro, contro i 27mila in Italia e i 17,8mila nel Mezzogiorno: valori ben al di sotto di quelli della 'locomotiva d'Italià, la provincia di Bolzano con 41,1mila euro per abitante. Lo rileva l'Istat che ha diffuso i nuovi dati della contabilità regionale e provinciale.

L'82% dell'economia sarda è terziarizzata e improntata su commercio e servizi (con prevalenza per i servizi pubblici e alle famiglie pari al 31%), anche si assiste ad un incremento del settore agricolo su base provinciale ad Oristano. Il sommerso invece pesa per il 18,6%: l'8,4% deriva da evasione fiscale, il 7,3% da lavoro irregolare e il 2,9% da fitti in nero e altro.

Il reddito disponibile per le famiglie consumatrici, che si attesta tra i 14,5 e i 16mila euro, subisce un incremento dello 0,7% nel 2015, ma nel Mezzogiorno è salito dell'1,3%. Se nelle regione del sud l'aumento medio del reddito è pari a 1.200 euro, in Sardegna non si superano i 400 euro.

Quanto ai consumi, nell'Isola la spesa media per le famiglie si attesta sui 14.100 euro, con una diminuzione annua dell'1,6% tra il 2011 e il 2015, rispetto ai 16.600 euro dell'Italia (+1,7% 2011-2015) e ai 12.700 euro del Mezzogiorno (-1,7%). Capitolo occupazione: l'Istat registra una crescita dell'1,6% nel 2015, ma nella media del periodo 2011-2015 si perde lo 0,4%. I redditi da lavoro per occupato si aggirano sui 30,6 mila euro, in linea con il Mezzogiorno ma con 6.000 euro in meno della media italiana, con una variazione negativa dello 0,6%.

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