La Nuova Sardegna

Oggi l’interrogatorio del giudice

Oggi l’interrogatorio del giudice

I legali di Cristiano e Spano: «Accuse che saranno a breve ridimensionate»

05 dicembre 2016
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OLBIA. Si svolgerà stamane, a Roma, l’interrogatorio di garanzia del giudice Vincenzo Cristiano, 48 anni di Napoli, e degli imprenditori Manuel Spano, 38 anni di Olbia, e Umberto Galizia, 45 anni di Napoli, coinvolti nell’inchiesta condotta dalla Procura della capitale e accusati di corruzione. I tre, secondo l’ordinanza firmata dal gip del tribunale di Roma Giulia Proto, sono da giovedì primo dicembre agli arresti domiciliari. Una vicenda che ha fatto molto rumore al palazzo di giustizia di Tempio, dove Cristiano svolgeva funzioni di gip e a Olbia, dove i personaggi coinvolti sono molto conosciuti.

L’avvocato Giovanni Azzena, difensore del giudice di origine napoletana insieme al collega Gerolamo Orecchioni, non ha dubbi. «Ci auguriamo che già da questo interrogatorio – sottolinea il legale – si possano chiarire bene le cose. Siamo assolutamente convinti che il giudice Vincenzo Cristiano che per 16 anni ha lavorato con impegno e in maniera proficua nel palazzo di giustizia di Tempio, non abbia avuto alcuna condotta illecita».

«Va detto – aggiunge Azzena – che una cosa è il lavoro, un’altra i rapporti che si hanno nel privato, dove può capitare di incontrare persone che più avanti, dopo la loro conoscenza, si rivelino diverse da ciò che si pensava. Ma, al di là di questo, davvero è difficile sostenere che ci siano state condotte illecite da parte del giudice Cristiano e per quello che io definirei un piatto di lenticchie».

Altrettanto convinto che le cose verranno chiarite, è Antonello Desini, il difensore di Manuel Spano, l’imprenditore olbiese. «Vorrei ricordare che nel processo di cui si parla nell’ordinanza – dice l’avvocato – e cioè quello relativo allo stalking, il mio assistito ha trascorso tutto il periodo sino alla sentenza con una misura cautelare, quella di tenersi distante dalla persona oggetto del presunto stalking. Una misura che danneggiava Spano, visto che la donna lavorava in un’azienda che aveva stretti rapporti di lavoro col mio assistito». «Poi – continua Desini –, quel procedimento, finito con l’assoluzione, non è stato assolutamente impugnato dal pm. Mi sembra che ci siano tutti i presupposti per parlare di un processo assolutamente regolare. A seguire, dopo qualche tempo, Manuel Spano e Vincenzo Cristiano si sono frequentati e hanno fatto amicizia. Ma in un quadro naturale delle cose. Siamo convinti che non ci sia stato nulla di penalmente rilevante nei loro comportamenti». (en.g.)

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