La Nuova Sardegna

Flavio Briatore porta il pecorino nello store Eataly di Manhattan

Paquito Farina
Flavio Briatore porta il pecorino nello store Eataly di Manhattan

Scelto il formaggio che verrà proposto a New York: è un semicotto dolce. Interessata anche Esselunga

03 dicembre 2016
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BITTI. Accompagnato da Sebastiano Sardo, l'esperto rappresentante di Slow Food in Eataly, Flavio Briatore è arrivato alle 13 all'Hotel Su Lithu di Bitti, dove lo attendevano i pastori per un importante meeting degustativo con al centro undici diverse qualità di ottimo pecorino sardo. Presenti anche compratori, cooperative di trasformazione, consulenti economici-finanziari e soprattutto Bastianino Piredda, esperto caseario che ha fatto da anfitrione presentando le varie qualità, illustrandone tutte le caratteristiche. Rivolgendo precise domande sia a Piredda che ai pastori, durante il percorso degustativo Flavio Briatore e Sebastiano Sardo sono rimasti estremamente colpiti dalle "straordinarie caratteristiche del prodotto", e Sardo, già dalla prima forma di pecorino ha sottolineato che «si sente subito l'eccezionale qualità del vostro latte».

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«Nel presentare questo pecorino parleremo dei vostri pascoli – ha detto Briatore – degli allevamenti, delle pecore che vivono sotto un cielo stellato, straordinariamente azzurro e pulito. Perché alla gente, oltre che comprare un ottimo formaggio, piace la storia che sta dietro tutto ciò». E pensare che all'imprenditore piemontese, per sua stessa ammissione, i prodotti caseari non piacciono più di tanto. E allora, dove nasce tanto interesse per i pastori sardi? «Conosco la Sardegna e la fantastica storia dei pastori da tanti anni, e ho deciso di dare una mano a questi grandi lavoratori – ha detto Briatore – e malgrado possa sembrare strano, non penso a ritorni economici diretti. Ora siamo in una fase importante e stiamo cercando di fare team, i pastori, io e i grandi distributori. In questo abbiamo trovato un grande alleato, la catena di Oscar Farinetti. Domani stesso sarò a New York – ha detto – e andrò nello store Eataly di Manhattan, che da solo fattura in un anno 90 milioni di dollari. Ma adesso concentriamoci sul pecorino da scegliere e assaggiatene anche voi», dice rivolgendosi ai giornalisti e staff al seguito. Quello scelto è un semicotto dal sapore dolce e amabile, stagionatura di 7/12 mesi, prodotto a Bitti.

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Tra gli intervenuti anche Daniela Maldarin, per 18 anni responsabile vendite della catena Esselunga. «Sono molto interessata a questa joint venture tra Briatore e pastori perché sto lavorando a una piattaforma web specializzata in servizi che colleghino l'industria turistica alle eccellenze enogastronomiche della Sardegna. Flavio è uno che riesce a concretizzare i progetti perché ha una visione complessiva; dal produttore locale alla grande distribuzione. Il fatto che sia qui a degustare pecorino con i pastori è qualcosa di straordinario».

Una amicizia e stima verso gli allevatori confermata da una battuta "fuori onda" dello stesso imprenditore. "Sapete, da quando ci siamo incontrati qualche settimana fa, gli industriali mi hanno scritto invitandomi ad andare a trovarli. Ma non ho accettato, preferisco venire a Bitti da voi». E rivolgendosi ai pastori prima del congedo, «ora che abbiamo scelto il formaggio e il marchio più adatto, dovete stare compatti, uniti e decidere senza litigare come verrà prodotto, controllato e garantire consistenza e continuità, aspetti questi fondamentali. E ricordatevi, prima che a noi deve piacere al mercato».

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