La Nuova Sardegna

Vendita Alcoa, Calenda pensa positivo

di Alessandra Sallemi
Vendita Alcoa, Calenda pensa positivo

Il ministro conferma che la trattativa è a buon punto: «Il governo ha impegnato Invitalia: una cosa mai fatta prima»

02 dicembre 2016
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CAGLIARI. Fuori da Villa Devoto, sede di rappresentanza della giunta regionale, la delegazione sindacale dei lavoratori di Alcoa in attesa del ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, parlava liberamente del sogno a occhi aperti qual è il riavvio dello stabilimento di Portovesme. Dopo l’incontro a Roma di due mesi fa e il preaccordo del 17 novembre scorso (la multinazionale si impegna a cedere gratuitamente lo stabilimento se in 12 mesi si trova un compratore), ieri qualcuno immaginava che il ministro, nella visita lampo cagliaritana per il dibattito sul referendum durante la quale è stato espressamente organizzato l’incontro su Alcoa, annunciasse addirittura l’imminente presentazione di un piano industriale da parte di uno dei possibili compratori la cui reale esistenza viene data per certa a vari livelli.

Ma anche se il sospirato annuncio non è arrivato, ieri i lavoratori hanno ottenuto qualcosa di concreto su cui appoggiare il sogno dello stabilimento riaperto e produttivo. «Seguo da sei mesi personalmente la vicenda di Alcoa - ha detto il ministro a conclusione dell’incontro con i rappresentanti dei lavoratori e le assessore all’Industria, Maria Grazia Piras, e al Lavoro, Virginia Mura - qui c’è una situazione straordinaria ed è per questo che, ci tengo a sottolinearlo, il governo ha fatto una cosa mai fatta prima in altre situazioni e cioè impegnare direttamente Invitalia come soggetto che compra e contestualmente rivende».

Invitalia è l’agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti: il coinvolgimento era noto, ma ieri è arrivata la conferma che l’agenzia ha avviato la cosiddetta due diligence, la verifica delle condizioni dello stabilimento di Portovesme da presentare all’eventuale acquirente. Il primo sopralluogo dei tecnici Invitalia è di mercoledì scorso, ce ne saranno altri, in quattro settimane l’agenzia avrà finito. «La situazione resta molto complessa - ha detto il ministro - in un quadro che però va a migliorare perché abbiamo uno schema per le aziende energivore competitivo a livello europeo, con un'Europa che dà un po’ più di protezione alle nostre produzioni». All’incontro hanno partecipato anche l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, il coordinatore del piano Sulcis, Salvatore Cherchi, i parlamentari Emanuele Cani e Francesco Sanna, il rappresentante della Fiom nazionale Mario Faticanti, della Fim Raffaele Aretino e il segretario nazionale della Uilm Guglielmo Gambardella.

Due gli altri argomenti registrati positivamente dai lavoratori: il prezzo concorrenziale dell’energia e la protezione economica estesa al 2017 per tutti i dipendenti fuori dagli ammortizzatori sociali dal dicembre 2016. «Esprimiamo apprezzamento per l’azione del governo - ha detto Piras - che ha dato una grossa spinta alla soluzione del problema creando le condizioni per un prezzo dell’energia vantaggioso (25 euro al megawattora) e così dopo l’accordo preliminare è potuta partire l’attività di Invitalia». Sugli ammortizzatori sociali, Mura: «È stato fatto un accordo con i sindacati regionali e i datori di lavoro per non disperdere la risorsa dei lavoratori per i quali nel dicembre 2016 finiscono gli ammortizzatori sociali. Noi abbiamo recuperato risorse dall’Inps e una parte la garantiremo con fondi della Regione». Tutto il 2017 è coperto: sono i 12 mesi utili per trovare un compratore e riprendere a produrre alluminio “italiano”. Ultimo argomento: l’inquinamento della falda d’acqua provocato dalle industrie di Portovesme. Salvatore Cherchi ha annunciato che 22 sindaci del Sulcis (praticamente tutti), hanno chiesto “seccamente” e ufficialmente che le diverse aziende si facciano carico del problema.

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