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Dall’assalto di Burcei al fuoco di Monastir

Dall’assalto di Burcei al fuoco di Monastir

SASSARI. Prima Burcei, poi Sassari, Monastir. Ora Buddusò. Negli ultimi mesi la Sardegna si è scoperta intollerante nei confronti dei migranti. Un lungo elenco di episodi che raccontano una...

21 novembre 2016
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SASSARI. Prima Burcei, poi Sassari, Monastir. Ora Buddusò. Negli ultimi mesi la Sardegna si è scoperta intollerante nei confronti dei migranti. Un lungo elenco di episodi che raccontano una insofferenza sempre più marcata nei confronti dei pellegrini del mare. A Burcei, Monastir e Buddusò si è deciso di colpire luoghi destinati ad accogliere i migranti: l'obiettivo era distruggerli, per tenere lontani dalle rispettive comunità gli ospiti sgraditi. A Burcei ai primi di settembre l'adunata era stata organizzata con un messaggio su whatsapp. I manifestanti si erano dati appuntamento per sfilare di fronte alla palazzina di un imprenditore del paese che si era offerto di accogliere un gruppo di migranti. La protesta era finita nel peggiore dei modi: alcuni manifestanti avevano sfondato la porta d'ingresso e distrutto tutto quello che trovavano lungo il loro cammino. La casa era stata devastata. I colpevoli non sono stati mai individuati. E in qualche modo hanno vinto loro: a Burcei i migranti non sono mai arrivati, il prefetto accogliendo la richiesta del sindaco ha bloccato il trasferimento. A Monastir, dove era anche stata piazzata una bombola di gpl da 15 chili che per fortuna non è esplosa, invece, si va avanti col progetto iniziale: nell’ex scuola di polizia penitenziaria fervono i lavori per rendere fruibile la struttura, che deve essere pronta per oggi. Vigilanza alta anche a Sassari, dove a settembre aveva destato grande scalpore quanto accaduto nel quartiere di Monte Rosello. Nel campetto di una scuola erano comparse le scritte: "Non vi vogliamo, fuori i negri" "Il Monte ai sassaresi". Tutto perché un gruppo di migranti ogni tanto dava un calcio alla noia giocando a pallone in quel campetto. E la loro presenza aveva dato molto fastidio non ai bambini, ma ad alcuni genitori e nonni.

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