La Nuova Sardegna

Pigliaru: isola protagonista nella battaglia sul clima

di Alessandro Pirina
Pigliaru: isola protagonista nella battaglia sul clima

Il governatore ha parlato come rappresentante di tutte le Regioni e i Comuni Poi vertice in Marocco con il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti

16 novembre 2016
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INVIATO A MARRAKECH. Da portavoce delle comunità locali in Europa ad ambasciatore delle istanze verdi nel mondo. La due giorni a Marrakech di Francesco Pigliaru si è conclusa tra i grandi della terra. È nella blue zone dell’Onu, dove nello stesso momento si riunivano monarchi e capi di Stato, dal cinese Xi Jinping al segretario di Stato Usa, John Kerry, dal francese Francois Hollande al padrone di casa, il re del Marocco Muhammad VI, che il governatore della Sardegna ha portato la voce delle regioni e delle città d’Europa. Il governatore, presidente della Commissione ambiente del Comitato europeo delle regioni, a Marrakech per la Conferenza globale del clima, ha esposto nelle sale delle Nazioni Unite le richieste dei territori nella lotta ai cambiamenti climatici, chiedendo più strumenti, più risorse, ma soprattutto un maggiore coinvolgimento degli enti locali. Concetti che ha ribadito anche nel report Arlem sulla cooperazione transfrontaliera mediterranea. «Terrorismi, flussi migratori, coesione e sicurezza, insieme alle conseguenze dei cambiamenti climatici, sono problemi che pesano su tutta l’area mediterranea – dichiara Pigliaru –. Per affrontarli e vincerli servono più integrazione e cooperazione». Durante i lavori dell’Arlem, la sezione del Comitato delle regioni che si occupa delle politiche territoriali mediterranee, Pigliaru ha spiegato come le autorità locali si trovino ad affrontare una sfida importante. «Anche alla luce dell’Accordo di Parigi sul clima siamo consapevoli che i modelli di crescita finora applicati non sono più percorribili: rendere il nostro modello di sviluppo più “green” e più inclusivo è l’unica strategia credibile. Il sistema produttivo deve poter far leva sulla creatività, sui saperi e sulle conoscenze tradizionali, sull’innovazione e sulla tecnologia. Le autorità locali e regionali possono fare la differenza, anche attraverso la cooperazione transfrontaliera». Alla platea internazionale Pigliaru ha portato l’esempio della Sardegna. «La nostra isola è in prima linea su questi temi come Autorità di gestione del Programma Eni Cb Med che coinvolge 13 Paesi e oltre 130 regioni che si affacciano sul Mediterraneo. Purtroppo sono pochissime quelle della sponda Sud. Per crescere tutti insieme è necessario rafforzarne la leadership come interpreti dei bisogni e delle aspirazioni economiche, sociali e ambientali dei territori». Un passaggio anche sull’insularità. «Abbiamo quantificato gli svantaggi che derivano dalla nostra specifica condizione geografica anche in termini di mancato sviluppo. Abbiamo ottenuto risorse specifiche dal governo italiano, ora dialoghiamo con l’Europa insieme a Corsica e Baleari perché il parametro dell’insularità e quello dell’ultraperifericità siano finalmente equiparati». Tra un impegno e l’altro, tra una sala e l’altra della Conferenza Onu Pigliaru è riuscito anche a incastrare un breve faccia a faccia con il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti a cui ha partecipato anche l’assessore Donatella Spano. Dall'incontro è emersa la «conferma» della «piena disponibilità e condivisione di un punto di vista secondo cui senza i territori non ci sarà nessuna possibilità di essere efficaci nella lotta contro il cambiamento climatico. Il ministro è pronto a portare la nostra posizione e quella del Comitato europeo delle Regioni nel negoziato in corso in queste ore» aggiunge Pigliaru. «L'Italia è un buon esempio di integrazione verticale fra i vari livelli di governo».

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