Due brevetti per la vita su Marte
Il distretto aerospaziale punta sulle tecnologie per colonizzare in futuro il Pianeta rosso e la Luna
SASSARI. La colonizzazione umana dello spazio potrebbe partire anche dai progetti nati nell’isola. Il Dass, distretto aerospaziale della Sardegna, ha acquisito tutti i diritti relativi al progetto “Cosmic” di proprietà dell’Agenzia spaziale italiana che, nello specifico, si preoccupava di risolvere i problemi legati alla colonizzazione umana dello spazio e, in particolare, della Luna e di Marte.
Le tecnologie che dovrebbero facilitare la colonizzazione umana del satellite per eccellenza e della superficie del Pianeta rosso sono state brevettate dai ricercatori dell’Università di Cagliari, del Cnr, e del Centro di ricerca, sviluppo e e studi superiori.
Un’équipe coordinata dal professor Giacomo Cao che, grazie a un contributo di 500mila euro ricevuto dall’agenzia spaziale italiana, ha messo in cantiere due progetti rivoluzionari: ottenere elementi strutturali utilizzando il suolo lunare e quello marziano e garantire il sostentamento delle eventuali missioni utilizzando le risorse disponibili sul pianeta rosso per ottenere ossigeno, acqua, fertilizzanti, propellenti e biomassa edile.
Le novità per il Dass non si limitano ai due progetti che potrebbero rendere più ospitali due ambienti decisamente ostili. Quello sardo, infatti, è l’unico distretto italiano a poter disporre di un patrimonio brevettuale perché ha acquisito i brevetti che prima erano di proprietà dell’Asi. Un passaggio di consegne, e di proprietà, reso possibile grazie al tramite di tre inventori dipendenti dell’ateneo: i ricercatori Giacomo Cao, Roberto Orrù e Roberta Licheri.
Le domande di brevetto, invece, sono state concesse o sono in fase di concessione e di nazionalizzazione in Francia, Germania, Gran Bretagna Usa, Cina, Giappone Russia e Italia. Manca la sola risposta dell’India, dove però i diritti sono tutelati da convenzioni internazionali.
Un problema che preoccupa marginalmente il presidente del Dass, il ricercatore Giacomo Cao: «Il distretto aerospaziale della Sardegna ha compiuto tre anni ed è nato con l’obiettivo di rendere possibile l’espansione della civiltà verso lo spazio. Recentemente abbiamo proposto la creazione di un gruppo di lavoro che metta a sistema tutte le competenze del Paese. Si tratta di un’idea finalizzata allo sviluppo di tecnologie per l’esplorazione che recepiscono i paradigmi della Nasa, ovvero prendano le basi dallo sfruttamento di risorse disponibili sul posto, in modo da consentire un abbattimento dei costi e il conseguente allungamento dei tempi della missione».