La Nuova Sardegna

In cammino per dire no a guerre e armi

di Ivana Fulghesu
In cammino per dire no a guerre e armi

Da Nuragus a Gesturi, la 15esima Marcia della pace ha sfidato la pioggia e il maltempo

07 novembre 2016
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LACONI. Da Nuragus a Gesturi sotto la pioggia per dire stop ai conflitti e alle fabbriche di morte.

Il maltempo non è riuscito a fermare la 15esima edizione della marcia tra Laconi e Gesturi organizzata dalla Tavola sarda della pace. Sotto un cielo cupo, come lo scorrere delle immagini di distruzione e morte provenienti dai teatri di guerra, il popolo dei pacifisti sardi ha scelto di sfidare le insidie meteorologiche per ribadire la volontà di costruire un mondo, e una Sardegna, di pace. La marcia ha preso il via a metà pomeriggio da Nuragus per raggiungere Gesturi un’ora dopo. «Non vogliamo fare le anime belle della società – precisa Franco Uda, portavoce della Tavola sarda della pace – vogliamo dimostrare con documenti e proposte che la guerra non solo è inefficace nel risolvere le controversie, ma non è neanche conveniente, perché costituisce un grave danno umano ed economico».

Il tema delle servitù militari, con la richiesta di chiusura delle basi e la bonifica dei territori, è stato l’argomento cardine dell’assemblea-dibattito tenutasi a Laconi cha ha visto tra i relatori Pino Siddi e i deputati Roberto Cotti e Michele Piras. Una presenza importante quella di Triki Meherez, Imam di Cagliari che si è speso per promuovere il dialogo interreligioso. Tra nuove e storiche adesioni, alla 15esima marcia hanno partecipato vari movimenti tra i quali: “Gettiamo le basi”, “Movimento nonviolento Sardegna” “Sardigna Libera”, “Sardegna pulita”, “Gentes” e, per la prima volta, il “Comitato sanità bene comune del Sarcidano e della Barbagia di Seulo” che lotta per il mantenimento del presidio sanitario nel territorio.

Oltre ai temi ormai consueti della marcia, ieri è stata manifestata la solidarietà al popolo yemenita che da oltre un anno subisce gli attacchi di una coalizione di stati arabi guidati dall’Arabia Saudita. Nello Yemen da mesi si bombarda su scuole, ospedali e mercati. L’Italia e la Sardegna non sono estranee ai fatti: le bombe utilizzate per questa distruzione di massa sono prodotte a Domusnovas. «Bisogna far chiarezza», hanno chiesto i partecipanti e, a tal proposito, il senatore Roberto Cotti ha sottolineato che «anche la Procura di Cagliari ha recentemente aperto un‘inchiesta sull'export in Arabia Saudita delle bombe prodotte a Domusnovas». Soddisfatto, invece, Paolo Pisu, portavoce della Tavola della pace: «C’è stata una grande partecipazione di movimenti e comitati. È importante per la Sardegna oltre che per Laconi e Gesturi, paesi di due grandi operatori di pace, che continuano ad essere luoghi dove si discute di dialogo e di fratellanza tra uomini e popoli».

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