La Nuova Sardegna

Asl unica, Ruggeri (Pd): «Fidiamoci di Moirano»

Asl unica, Ruggeri (Pd): «Fidiamoci di Moirano»

È stato l’unico fra i Dem a difendere le prime due nomine decise dal manager «Guardare alla carta d’identità è provincialismo. Vigiliamo invece sui risultati»

07 novembre 2016
2 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Dagli attacchi frontali per le nomine decise dal super manager dell’Asl unica, l’assessore alla Sanità Luigi Arru s’è difeso quasi da solo. A parte il consigliere regionale Luigi Ruggeri, nessun altro del Pd ha preso carta e penna per replicare alle cannonate sparate dall’interno della maggioranza – dal Partito dei sardi all’Upc ai Rossomori – contro Fulvio Moirano, il super manager. Scelte che vanno ricordate, perché sono state le prime: Stefano Lorusso, lucano, direttore amministrativo e Fracesco Enrichens, piemontese, direttore sanitario. Il silenzio del Pd ha fatto persino più rumore del clamore delle bordate. Come mai il partito di maggioranza relativa è stato zitto? A rispondere è Luigi Ruggeri, l’unico coraggioso. «Credo che il nostro gruppo abbia scelto il silenzio per non innescare polemiche ancora più pesanti. Però, nel Pd, tutti siamo convinti che questa entrata a gamba tesa di alcuni partiti della coalizione sia stata grave. Anzi, gravissima».

Perché?

«Purtroppo diversi nostri alleati hanno perso di vista l’obiettivo finale, riformare la sanità, e invece si sono buttati a capofitto su questioni molto, molto provinciali».

È sicuro che sia così?

«Non ho dubbi. La Sardegna ha ingaggiato il miglior manager sulla piazza per rimettere in sesto la spesa sanitaria e Fulvio Moirano lo è. Dunque, sardi o non sardi, è evidente che abbia scelto persone di cui si fida e con le quali è convinto di centrare l’obiettivo finale».

E se Moirano si fosse sbagliato?

«Mi aguro di no. Ma non possiamo sparagli addosso a priori perché non ha scelto dei sardi. Contano solo i risultati ed è su quelli che dobbiamo essere intransigenti ».

La carta d’identità non conta?

«L’ho scritto nel comunicato e lo ripeto: qualcuno di noi sceglierebbe il chirurgo che lo dovesse operare in base alla regione da cui proviene? No, mentre di sicuro gli chiederebbe conto delle sue capacità, della sua formazione, di quali metodi segue, eccetera eccetera».

Però i curricula dei nominati ad alcuni sono apparsi leggeri.

«Ho scritto anche questo: noi, nella sanità, abbiamo bisogno di qualità. Abbiamo scelto Moirano, il meglio, e quindi dobbiamo fidarci anche delle nomine che ha fatto».

I sardi sono stati penalizzati sì o no?

«L’autonomismo dobbiamo misurarlo sempre sui risultati, non mettendo una bandiera dei Quattro mori a coprire qualsiasi difetto e prospettiva».

E se i forestieri dovessero far danni?

«Non li faranno se staranno attenti a rispettare le specificità della Sardegna, sono molte, anche nella sanità. Ecco il punto: la maggioranza deve impegnarsi soprattutto nella vigilanza, molto meno nelle interferenze».

L’ultimo strappo avrà ripercussioni sulla giunta Pigliaru?

«No, se tutti ritorneremo ad avere una visione generale degli obiettivi. Con le chiusure e i provincialismi, non si va invece da nessuna parte».

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative