La Nuova Sardegna

Da Zedda a Pizzarotti e Decaro: nasce il “laboratorio dei sindaci”

di Stefano Ambu
Da Zedda a Pizzarotti e Decaro: nasce il “laboratorio dei sindaci”

L’iniziativa al via nell’isola con i primi cittadini di Cagliari, Parma, Bari: così faremo rinascere il Paese Il progetto: confrontare le esperienze e presentare proposte al governo. Il 19 nuovo meeting in Emilia

06 novembre 2016
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CAGLIARI. Dalla carica di sindaco ai sindaci alla carica. Per un "partito" delle fasce tricolori? Per ora diciamo che qualcosa è partito. Movimento? Per ora diciamo che qualcosa si sta muovendo? Passo dopo passo: magari iniziando da uno scambio di informazioni sulla differenziata o sulle tasse per poi passare a qualcosa che sembra- anche dal nome- un po' più "forte": l'agenda urbana nazionale. Da suggerire, da dettare. Tutto ancora molto sfumato. Ma c'è un fatto, però: i sindaci, che magari prima si sentivano al telefono, ora si vedono anche. Sempre di più. Come è successo ieri tra Massimo Zedda (Sel, Cagliari), Antonio Decaro (Pd, Bari) e Federico Pizzarotti (fuoriuscito Movimento cinque stelle, Parma), durante il convegno organizzato nel capoluogo da Sel sul tema "Dal buongoverno delle città le idee per superare la crisi e far rinascere il Paese". E non rimarrà un episodio isolato.

La squadra. Movimento? Il messaggio ancora non è direttamente politico, ma può essere in qualche modo un avvertimento a Roma, inteso come governo. Come dire: non si andrà più nella capitale solo a trattare sui fondi tagliati o da tagliare, ma per far sentire la parola delle comunità nelle scelte che poi riguardano tutti. «Siamo una squadra, indipendentemente dal posizionamento geografico e politico: incontrarci significa mettere le esperienze positive a confronto. Vogliamo costruire un'agenda urbana nazionale dove poter scrivere i temi da porre all'attenzione del Governo». Sono le parole di Antonio Decaro, ancora più pesanti perché il primo cittadino pugliese è anche il presidente dell'Anci e quindi rappresentante di ottomila comuni italiani. Parole che sanno di manifesto. «Abbiamo chiesto al Governo di liberare i sindaci – ha detto – perché in questo modo si liberano le comunità e forse l'Italia può tornare a volare».

Gli scenari. Concetto piú o meno ribadito anche da chi sta più a nord. «Oggi stiamo confrontando le nostre esperienze – ha detto Federico Pizzarotti – appuntamenti come quello di oggi possono determinare comunque reazioni a catena, il 19 a Parma organizziamo un incontro sullo stesso filone: i sindaci hanno ancora una propria identità perché pagano il prezzo del loro lavoro e questo è qualcosa che val la pena di raccontare perché il dialogo fa venire nuove idee». Porte aperte anche dal padrone di casa: «L'idea è proprio quella di partire dalle città, dal buongoverno – ha spiegato Massimo Zedda – partire dalle realtà locali per creare le condizioni affinché i Comuni siamo nuovamente messi nelle condizioni di migliorare i servizi». La carica dei sindaci, dunque? «C'è un mondo di amministratori – ha continuato il primo cittadino di Cagliari – e di persone impegnate in politica, che non hanno più un partito, e c'è un universo di giovani che non si riconosce in alcuna forza politica esistente. Portarli a ragionare con noi sui temi può consentire di dare una speranza sul futuro. E se da ciò nasce un movimento politico che aggrega, ben venga».

Il confronto. È fondamentale ed è quello che è mancato a Roma: «L’errore della giunta Raggi è l'autoreferenzialità: non hanno accettato i consigli di nessuno – ha detto Pizzarotti – . Roma ha un pregresso gigantesco e di certo amministrarla non è facile. Tuttavia imparare dagli altri, far tesoro di esperienze può servire a crescere».

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